Frana in via Arenazze, tre abitazioni sgomberate per i lavori di messa in sicurezza della zona
Secondo le relazioni dei tecnici, una massa d'acqua continua ad alimentare il movimento franoso, che risulta attualmente lungo circa 50 metri, con un'altezza massima di 5 metri, in evidente evoluzione
Ancora tre abitazioni sgomberate con urgenza nella zona tra Santa Maria e il Tricalle, a causa della fragilità del terreno. Si tratta degli edifici ai numeri civici 73, 89 e 91 di via Arenazze, dove una decina di giorni fa c'è stata una frana che ha determinato la chiusura della strada.
Per questo, nella mattinata di oggi, è stata firmata dal sindaco Diego Ferrara un'ordinanza contingibile e urgente. L'obiettivo, spiegano dal Comune, è "il ripristino delle condizioni di sicurezza del tratto di strada". I lavori saranno consegnati oggi con la procedura di somma urgenza e, dopo il loro termine, gli edifici sgomberati dovrebbero tornare nuovamente nella disponibilità dei proprietari. In tutto è coinvolta circa una decina di persone, che sta provvedendo autonomamente a una sistemazione alternativa.
Secondo i tecnici intervenuti sull'area della frana, questa risulta attualmente lunga circa 50 metri, con un'altezza massima di 5 metri, in lunga ma evidente evoluzione. Inoltre, è stata rilevata "una contenuta continua portata d'acqua che inibisce la massa di terreno ed è concausa dello scivolamento".
Per cercare di risolvere il problema, è stato coinvolto anche il gestore del servizio idrico, che però non è riuscito a risolvere il problema, dunque il flusso d'acqua continua ad alimentare il movimento franoso. A questo punto, urge un intervento diverso, per garantire la sicurezza di tutta la zona e in particolare delle abitazioni sul posto, interessate dall'ordinanza odieran.
“Si tratta di un provvedimento necessario per la messa in sicurezza del fronte franoso, come abbiamo avuto modo di spiegare anche alla popolazione residente in quell’area, i lavori cominceranno oggi stesso e, una volta finiti, le famiglie interessate potranno tornare nelle proprie case", spiegano il sindaco Diego Ferrara e l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli.
"Stando ai rilievi fatti dal nostro ufficio tecnico di protezione civile, insieme a vigili del fuoco, geologi, Genio civile e protezione civile regionale, il fenomeno franoso risulta a valle del civico 73 di via Arenazze e interessa in particolare un tratto lungo circa 50 metri con un’altezza massima di metri 5 in lenta ma comunque percepibile evoluzione. Interveniamo subito, con una procedura di somma urgenza con varie attività: il decespugliamento e abbattimento degli alberi divelti, la riprofilatura dell’area oggetto di smottamento e posizionamento di blocchi di sostegno, la realizzazione di un sistema di drenaggio e regimentazione delle acque, in modo che il disagio di questi giorni possa essere superato".
"Dalle prime fasi di controllo di quel lembo di territorio a fronte della frana - spiegano ancora Ferrara e Rispoli - abbiamo potuto rilevare la presenza di una contenuta ma continua fuoriuscita di acqua, che inibisce il terreno ed è concausa dello scivolamento. In questi giorni abbiamo fatto più di un sondaggio con l’Aca, in cerca di eventuali perdite della rete, ma senza arrivare a risultati convincenti. Visto che il flusso ha continuato ad alimentare il movimento franoso, siamo intervenuti con la messa in sicurezza delle abitazioni, inibendone l’uso fino alla definizione dei lavori. Un atto necessario, al fine di evitare che gli edifici vengano interessati dal distacco di altro materiale. Più in generale questa franosità a scala locale si inserisce all’interno di una vasta zona del territorio comunale interessato storicamente da una franosità a vasta scala e su cui abbiamo attivato diverse iniziative: monitoraggi, lavori di sondaggio, provvedimenti di sgombero di edifici e scuole, studi e interventi di messa in sicurezza. Il nostro intento è quello di prevenire criticità e problemi il più possibile, in modo da tutelare una parte fragile del territorio cittadino e quanti hanno deciso, negli anni, di collocare lì la propria residenza e attività”.