Vedova e con un figlio affetto da una malattia rara: "Chiedo solo 20 ore settimanali di assistenza per poter lavorare"
Antonella Pompilio si è rivolta al Comune di Bucchianico per chiedere aiuto nell'assistenza a suo figlio Jason di 11 anni
Trovarsi a dover scegliere se tutelare il posto di lavoro, oppure la vita del proprio figlio. La bucchianichese Antonella Pompilio, madre di Jason, 11 anni, affetto da una malattia rara che gli comporta una sordità profonda, portatore di impianto cocleare che gli permette di udire, vive una situazione a dir poco difficile.
Jason non può essere alimentato per bocca (solo tramite peg), non parla e non comunica in nessun modo le sue esigenze primarie. Una vita non solo segnata dalla disabilità gravissima ma anche dalla perdita del padre.
Antonella, la madre, l' assiste ogni giorno occupandosi anche del fratello maggiore Raoul. Ha chiesto un aiuto concreto al Comune di residenza , Bucchianico, poiché si trova di fronte ad una scelta devastante. A fare luce sulla situazione è l'associazione Progetto Noemi. "Antonella Pompilio - raccontano dall'associazione - oltre a garantire assistenza h 24, è l'unica che può provvedere al sostegno economico familiare. Dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 14 si reca sul posto di lavoro. Sono 20 ore settimanali senza calcolare il tempo di percorrenza e rientro (dista 20 chilometri ndr). Ora ha richiesto al Comune di Bucchianico almeno 20 ore settimanali di assistenza per poter adempiere agli impegni lavorativi ed assistenziali. Diversamente il Comune le risponde ed accorda 15 ore settimanali esponendo Jason e la famiglia a rischi elevati lasciandoli, di fatto, privi di assistenza".
A questo punto la madre di Jason si rivolge a un avvocato e invia due richieste di integrazione delle ore indirizzate al sindaco e all'assistente sociale del Comune. "Nonostante abbia informato le istituzioni preposte, ad oggi - raccontano dall'associazione - nessuna risposta è pervenuta a Jason. Silenzio assoluto nonostante il caso sociale sia ampiamente conosciuto. Ci chiediamo: davvero una famiglia deve rivolgersi all'avvocato per intervenire su un caso evidente, gravissimo e ben noto. Davvero, occorre esasperare un nucleo familiare che confida nell'istituzione affinchè veda riconosciuto un diritto definito costituzionalmente. L'associazione Progetto Noemi si augura che il Comune di Bucchianico e l'assistente sociale intervengano immediatamente nel rispondere al bisogno familiare reale. Diversamente, ci vedremo costretti a porre in essere tutti gli atti necessari nel vedere riconosciuto un diritto inalienabile al quale l'istituzione è richiamata ad adempiere costituzionalmente. Il Progetto Noemi è, e sarà, accanto alla famiglia, per il diritto alla vita senza alcun tentennamento".