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I docenti del liceo “Gonzaga” si difendono: “Nessuno è stato ghettizzato nella nostra scuola”

La replica dal liceo al movimento No green pass abruzzese, in presidio permanente in via dei Celestini per chiedere condizioni di lavoro dignitose per i non vaccinati

Arriva la replica di un gruppo di docenti del liceo “Gonzaga” di Chieti al movimento No green pass, in presidio di solidarietà permanente in via dei Celestini dopo che, come il portavoce Nico Liberati aveva segnalato “alcuni lavoratori, sprovvisti di green pass e vaccino anti Covid, sono stati collocati nei locali interrati, lontano dagli altri colleghi, faccia al muro di fronte alle scale”. Per dire no alla discriminazione, i no green pass abruzzesi hanno avviato uno sciopero della fame fino a quando “il personale della scuola non sarà ricollocato in aree di lavoro dignitose”.

Ma i docenti smentiscono il fatto che un loro collega sia stato ghettizzato e difendono la dirigente scolastica dagli attacchi.

"Crediamo sia arrivato il momento di dare voce anche a noi – replicano i lavoratori del liceo statale “I. Gonzaga” di Chieti - siamo docenti, amministrativi e collaboratori scolastici che hanno deciso di stare dalla parte della società civile. Siamo tra quelli che, nonostante i dubbi e le paure, hanno responsabilmente scelto di vaccinarsi, non 'per servilismo, abbassando la testa alla volontà del potere', ma per coscienza e dovere sociale, comprendendo che solo così avremmo potuto riprendere in mano le nostre vite e non solo".

Gli stessi si dicono stanchi di "subire gli attacchi e le vessazioni di coloro che hanno deciso di non vaccinarsi, reclamando il sacrosanto diritto alla libertà della propria scelta, ma paradossalmente svilendo quella altrui" e confessano di aver vissuto "momenti di grande difficoltà nel rapporto con colleghi che, detto no alle direttive nazionali, ci hanno poi addebitato comportamenti ostili nei loro confronti".

E ammettono: "Ci sentiamo forti nel sostenere che, grazie al nostro impegno e alle nostre scelte, la scuola è rimasta aperta e le attività in presenza sono ripartite. Non commentiamo le scelte di chi sapeva quali sarebbero state le conseguenze, ma non possiamo accettare mistificazioni della realtà. A nessuno nella nostra scuola sono stati indirizzati comportamenti ghettizzanti - ripete il personale del Gonzaga - nemmeno nel caso di cui si parla nell’attuale situazione. Si è esclusivamente trattato di garantire il reintegro sul posto di lavoro, garanzia del diritto del lavoratore, in applicazione di quanto sancito dalla norma e nelle modalità da essa previste. Il rispetto delle leggi è l’indiscutibile premessa del bene comune".

Quanto al caso specifico, i lavoratori del "Gonzaga" concludono: "Il docente in questione presta la sua attività in postazioni normalmente utilizzate da tutti gli altri docenti ed intesse relazioni di normale convivenza. Dichiarare il contrario è falso".

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l'immagine diffusa dal movimento no green pass al liceo Gonzaga

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