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Manca il personale al pronto soccorso e i tempi di attesa si dilatano oltre le indicazioni delle linee guida nazionali

La denuncia della consigliera regionale del Movimento 5 stelle Stella, sulla base dei dati forniti dalla Asl: per ogni turno sono in servizio mediamente 4 dirigenti medici e 8 infermieri, insufficienti per i circa 100 accessi giornalieri

Mancanza di personale e inevitabili lunghe attese anche per i pazienti che dovrebbero essere visitati in breve tempo. È la fotografia del pronto soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata tracciata dalla consigliere regionale del Movimento 5 stelle Barbara Stella, sulla base dei dati che le ha fornito la Asl. 

"I dati - spiega - non fanno che confermare quanto da troppo tempo denuncio. Le lunghe attese che i cittadini lamentano possono sicuramente essere ricondotte a una carenza cronica di personale medico e infermieristico che causa tempi medi di attesa molto più lunghi di quanto previsto anche dalle linee guida nazionali sul triage intraospedaliero”.

“Dai dati, relativi al primo trimestre del 2022, risulta che nel pronto soccorso ci sono mediamente solo 4 dirigenti medici e 8 infermieri per turno, i quali devono rispondere a circa 100 accessi giornalieri. Se consideriamo i pazienti in codice giallo, assegnato a chi si trova in condizioni a rischio di peggioramento e che prevede un’attesa limitata per l’accesso alle aree di trattamento - precisa Stella - questi hanno un tempo di attesa medio attorno ai 90 minuti e che in alcuni casi supera anche le 2 ore. Eppure le nuove linee guida nazionali prevedono un tempo massimo di 15 minuti, proprio perchè si tratta di pazienti con rischio di compromissione delle funzioni vitali”.

"È chiaro - continua - che medici e operatori sanitari, per ridurre i tempi, non possono velocizzare le proprie prestazioni, che al contrario devono essere svolte con la massima accuratezza, così come fanno e continuano a fare sempre con professionalità e abnegazione e che per questo ringrazio pubblicamente. A mio avviso, aumentare la retribuzione delle ore di straordinario non risolve il problema; i medici del pronto soccorso dovrebbero avere una retribuzione di base più alta, ma anche più giorni di riposo per limitare uno stress psicofisico che si può riversare anche sui pazienti. Inoltre è necessario garantire spazi adeguati per lo stazionamento dei pazienti nelle aree pre-triage e triage, limitando anche i tempi per coloro che sono in attesa di ricovero".

"Di certo - conclude la pentastellata - non si risolve il problema chiudendo reparti per spostare i medici al pronto soccorso, salvo poi fare marcia indietro aggiungendo brutte figure all’operato già disastroso del direttore generale Schael, dimostrando di non avere in mente nessuna efficace strategia di soluzione del problema. Ribadisco che le scelte operate fino ad ora dalla direzione della Asl 02 sono state fallimentari su tutta la linea; basta ricordare solo la grave chiusura del distretto sanitario di Chieti Scalo per il quale mi sono battuta da subito e che a distanza di quasi tre anni ha certamente contribuito ad aggravare il peso degli accessi al pronto soccorso di Chieti soprattutto per i casi meno gravi. Se l’intenzione della giunta regionale di centrodestra è quella di declassare la sanitá teatina ci sta riuscendo. Dispiace solo che nel frattempo a pagarne le spese sono sempre e solo i cittadini, in particolare le fasce più deboli, costantemente messi all’angolo ma che continuerò a difendere e a tutelare in tutti i modi”.

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