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Raddoppio ferrovia, dopo la fine del dibattito pubblico i sindaci mantengono la posizione: "Vogliamo la variante"

Svanite le speranze delle scorse settimane, ma gli amministratori di Chieti e Manoppello continuano a farsi portavoce delle istanze dei territori

“Il dibattito pubblico sul primo lotto si è chiuso ieri, ma usciamo dal confronto sul progetto senza mutare le nostre posizioni: resteremo fermi nel chiedere che venga accettata la nostra proposta di variante, affinché l’opera possa essere realizzata con il minor impatto possibile  sulle abitazioni e sulle attività economiche e commerciali che si trovano sul tracciato attuale”.

È il commento dei sindaci di Chieti, Diego Ferrara, e di Manoppello, Giorgio De Luca, alla fine del percorso di evidenza pubblica sul primo lotto che si è chiuso ieri all’Aurum di Pescara con un evento conclusivo a cui erano presenti sia i responsabili del Dibattito pubblico, Regione, Province e Comuni interessati.

“In questi mesi - dice Ferrara - abbiamo fatto di tutto per far passare la linea più vicina alle aspettative della nostra gente, che non può assumere sulle proprie spalle il peso di un progetto così importante, ma che richiede loro sacrifici enormi. Un progetto che, inoltre, è stato condiviso solo una volta definito con gli enti che avrebbero forse potuto contribuire dall’inizio a renderlo possibile, riducendone le criticità. Per questa ragione abbiamo consegnato tutta la documentazione tecnica in nostro possesso a Rfi, affinché i loro tecnici potessero elaborare un’ipotesi di variante realizzabile, in vista della conferenza dei servizi di giugno che deciderà come procedere. Purtroppo, però, la variante che ci è stata presentata è più rigida di quella possibile in base a norme vigenti a tutela del territorio e in base anche alla situazione idrogeologica attuale di alcuni tratti". 

"Rfi - aggiunge - basa l’elaborato su uno studio idraulico da cui emerge una più ampia estensione delle aree a rischio di esondazione, che non tiene conto degli aggiornamenti e di norme attualmente vigenti, che invece non solo attualizzano lo stato di fatto, ma lo ridisegnano in modo a noi favorevole. La nostra variante è stata delineata in base al vigente Piano stralcio di difesa dalle alluvioni redatto nel 2018 e dalle relative Norme tecniche di attuazione e su uno studio ancora più aggiornato, commissionato dalla Regione Abruzzo a una società specializzata, a supporto del progetto esecutivo di realizzazione delle casse di espansione lungo il fiume Pescara. Lavori in corso che servono proprio a limitare tale rischio per il futuro, preservando le sponde dalle possibili esondazioni. A questi documenti, lo scorso 6 aprile, si è aggiunto un parere dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale sul  lotto 1 e 2 del progetto e che espressamente afferma che non esistono motivi che precludano la realizzabilità della proposta di variante formulata dai Comuni di Chieti e Manoppello. Di conseguenza il dibattito pubblico ci ha convinto ancora di più delle nostre posizioni che non cambieranno e che, speriamo, convincano chi deve scegliere il progetto da realizzare”.

“Questo dibattito pubblico è stata una discussione su ciò che il territorio non vuole e non ha mai voluto, dunque un confronto sbagliato sin dall’inizio. Abbiamo smontato, letto, studiato, scaricato migliaia di megabite con tavole progettuali; abbiamo inviato osservazioni elencando le numerose criticità del progetto di raddoppio di Rfi – dice il primo cittadino di Manoppello Giorgio De Luca - Manoppello aspetta da trent’anni la Variante Interporto, cioè da quando nel 1995 l’infrastruttura logistica venne realizzata sul proprio territorio. Nessuno avrebbe mai immaginato un raddoppio sull’esistente. L’ulteriore consumo di suolo – aggiunge De Luca - è una delle profonde ferite che il Progetto Rfi lascerebbe sul nostro territorio. Da un lato, nel centro urbano, con il raddoppio in affiancamento al tracciato esistente si sventra la città, si abbattono case ed attività commerciali, si complicano i collegamenti con gravi problemi per il trasporto pubblico locale dirottato su strade troppo strette per il passaggio di autobus e mezzi; dall’altro, fuori dal centro cittadino il tracciato Rfi, prevede l’abbandono in affiancamento alla linea storica e la realizzazione di un imponente viadotto articolato in 3 elementi che sormonta prima la statale, poi l’autostrada e infine il fiume Pescara. Si tratta di un’opera a forte impatto ambientale che costituirebbe un unicum nella realtà della Val Pescara in quanto sola infrastruttura che taglia trasversalmente ed in modo così significativo la vallata. Inoltre, questo viadotto in rilevato, interferirebbe con Alanno gas, che resta un’area totalmente insicura. Nessuno è contro l’opera, ma pretendiamo che le istanze dei Comuni e dei cittadini vengano accolte. Auspichiamo che la Conferenza dei Servizi bocci il progetto Rfi e che parallelamente, sin da subito, si valuti seriamente la Variante proposta dai Comuni di Manoppello e Chieti, anche in considerazione della presenza e dell’attività dell’area Interportuale. Rivolgo infine un ulteriore appello ai parlamentari abruzzesi e alla Regione, affinché sostengano fattivamente un processo di condivisione fra tutti gli attori per un progetto concreto e cantierabile alternativo a quello di Rfi”.

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