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La speranza di Davide è a Baltimora: partita la raccolta fondi per le terapie sperimentali

Il giovane di Francavilla al Mare è affetto da una malattia neurodegenerativa, chiamata Atassia di Friedreich. Il "progetto Baltimora" ha come obiettivo di mandarlo in America a partecipare a trial medici e terapie al momento non disponibili in Europa

L’obiettivo è raggiungere Baltimora, città dove è situato l’ospedale che potrebbe curare la sua malattia rara e Davide ha deciso di prendere di petto la situazione e organizzare, con l’aiuto dei suoi amici e di quanti vorranno sostenerlo, il viaggio per raggiungere il Johns Hopkins hospital.

Davide D'Acierno è un ragazzo di 23 anni che vive a Francavilla al Mare, tifa Inter e ama i videogiochi. È un ragazzo come tanti quando gli viene diagnosticata una malattia neurodegenerativa chiamata Atassia di Friedreich causata da un'anomalia genetica autosomica recessiva che comporta disturbi dell'equilibrio e vari altri sintomi come difficoltà a camminare, parlare, scrivere, deglutire e tanto altro, peggiorando progressivamente fino a causare disturbi cardiaci gravi e diabete. 

Davide studia al liceo di Francavilla quando è costretto a prendere un deambulatore. Da allora si sottopone a continue sedute di fisioterapia a Chieti.

“La mia vita è andata peggiorando - racconta Davide - diventando lentamente e progressivamente sempre più difficile, anche per colpa di alcuni infortuni che ho subito. Tuttora devo fare sedute di fisioterapia quasi ogni giorno, che servono solo a non fare peggiorare la situazione troppo in fretta. Per ora sta vincendo lei, ma io non sono uno che si abbatte, non sono uno che si arrende, nè uno che la dà vinta. La battaglia è ancora lunga”. Per questo, con un gruppo di amici, Davide ha deciso di creare il progetto Baltimora, la città dove si trova il Johns Hopkins hospital che investe tantissimo nella ricerca per la cura dell’Atassia di Friedreich e nella sperimentazione in tal senso. Il viaggio in America rappresenta per Davide l'opportunità di fare qualcosa di concreto per la sua malattia. In Italia non ci sarebbero cure per lui.

“Da quando ho scoperto di essere malato - spiega ancora Davide - mi hanno proposto di partecipare a molti meno trial di quanti me ne hanno proposti nell’ultimo mese scrivendo ad ospedali americani e ricercatori che si occupano di Atassia di Friedreich. È così che mi si è riaccesa per la prima volta nella mia vita, la speranza di poter fare qualcosa per migliorare la mia situazione. Con il progetto Baltimora, ci poniamo come obiettivo quello di mandarmi in America a partecipare a trial medici e terapie sperimentali al momento indisponibili in Italia e in Europa”.

Se tutto va bene a settembre Davide dovrebbe poter arrivare negli Stati Uniti con un visto ospedaliero.

La raccolta fondi è partita all’inizio del mese di giugno: ad oggi sono stati raccolti già 9.065 euro, l'obiettivo è 500 mila. Qui il link alla raccolta.


 

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