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Covid, scende la percentuale di occupazione nelle terapie intensive: ma in area medica no e l'Abruzzo resta la regione peggiore

Ad aggiornare il quadro è l'Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionale

Percentuale di occupazione dei posti letto covid sia in area medica che in terapia intensiva in calo in tutta Italia e l'Abruzzo non fa eccezione.
Anche se la nostra regione, per quanto concerne l'area medica ha un dato che resta stabile e si conferma la peggiore a livello italiano con il 36%.

A scattare la nuova fotografia della situazione, come riferisce l'agenzia Dire, è l'Agenas ovvero l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

In Italia scende al 12% (-1% in 24 ore) la percentuale dei posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti affetti da Covid-19. È quanto emerge dai dati del monitoraggio dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati a ieri, domenica 13 febbraio. La percentuale è in diminuzione anche in Abruzzo (13%), Basilicata (6%), Liguria (12%), Lombardia (9%), Marche (17%) provincia autonoma di Bolzano (7%), Piemonte (13%), Puglia (12%), Toscana (14%) e Umbria (7%). Il tasso cresce, invece, in Molise (con +5% arriva a 15%), Calabria (con +3% arriva a 15%) e Friuli Venezia Giulia (19%) ed è stabile in Campania (9%), Emilia Romagna (14%), Lazio (19%), provincia autonoma di Trento (16%), Sardegna (14%), Sicilia (13%), Valle d'Aosta(12%) e Veneto(8%).

Per quanto riguarda, invece, l'occupazione dei reparti di area medica da parte di pazienti con Covid-19, la percentuale in Italia rimane ferma al 25% ma aumenta in 24 ore in Basilicata (27%), Campania (28%), Friuli Venezia Giulia (31%), Molise (24%), provincia autonoma di Bolzano (23%), provincia autonoma di Trento (25%) e Umbria (30%). Secondo i dati Agenas si registra, invece, una diminuzione in Calabria (31%), Liguria (31%), Lombardia (18%), Puglia (25%) e Toscana (22%), mentre rimane stabile in Abruzzo (36%), Lazio (30%), Emilia Romagna (23%), Marche (29%), Piemonte (24%), Sardegna (26%), Sicilia (34%), Valle d'Aosta (25%) e Veneto (17%).

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