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I corredi trovati all’interno delle tombe di 2600 anni fa presentati per la prima volta a Crecchio

Evento imperdibile promosso dall'Archeoclub: "Sono state portate alla luce 138 sepolture risalenti al periodo tra il VI e il III secolo a.C. Domenica 25 settembre la presentazione di tre corredi trovati all’interno delle tombe e restaurati"

138 sepolture risalenti al periodo tra il VI e il III secolo a.C. restituite dagli scavi presso la necropoli di S.M. Cardetola a Crecchio: qui, domenica 25 settembre, verranno presentati, per la prima volta in assoluto, tre corredi trovati all’interno delle tombe e restaurati. 

L'appuntamento è alle ore 10 nel castello ducale, in occasione delle Giornate europee del patrimonio, con gli archeologi, i restauratori e l’impresa Citra che ha finanziato il restauro.

Anticipa Giuseppe Valentini, presidente Archeoclub d’Italia di Crecchio: “Queste sepolture sarebbero ascrivibili all’antico popolo pre-romano dei Frentani. I volontari di Archeoclub sono stati il motore principale dell’esecuzione degli scavi, svolti comunque sotto la direzione scientifica della Soprintendenza di Chieti, e impiegando archeologi professionisti sul campo. Questi scavi sono particolarmente importanti in quanto, quando si pensa agli antichi popoli italici, solitamente si considerano ben altre zone dell’Abruzzo (come le grandi necropoli di Capestrano e Fossa nell’Aquilano, o la necropoli di Campovalano nel Teramano). Eppure, questi lavori stanno per la prima volta gettando luce su questa porzione d’Abruzzo, la fascia collinare della provincia di Chieti, finora poco conosciuta per quest’epoca".

Gli oggetti nelle tombe non sono soltanto bei reperti: la loro natura e tipologia ci parla infatti dei valori e della cultura delle persone che, più di due millennifa, hanno sepolto i propri cari con gli oggetti più rappresentativi del loro mondo. La presenza di elementi legati all’enogastronomia, il bere vino e il banchettare con carne cotta su spiedi, è forte sin dalle tombe più antiche (VI-V secolo a.C.), dove però sembrano preponderanti anche altri oggetti, specie le armi nei maschi, a sottolineare una maggiore attenzione al ruolo guerresco più che al simposio.

Le tre tombe restaurate grazie a Citra, invece, sono testimonianze di un importante cambiamento culturale tra il IV-III sec. a.C. quando, ad essere esaltato, non è tanto il valore guerresco, quanto piuttosto il ben vivere, l’imitare usi e costumi greci, e l’importare oggetti belli e di lusso. 

All’evento di domani, domenica 25 a Crecchio, interverranno Giuseppe Valentini (presidente Archeoclub d’Italia sede di Crecchio), Sandro Spella (presidente di Codice Citra), l’archeologa Amalia Faustoferri, l’archeologo Andrea Staffa, l’archeologo Luca Cherstich, la restauratrice Rossella Calanca.

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