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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Febbre sul posto di lavoro, la Fiom Cgil: "Abbiamo proposta ma serve intervento della Regione"

Dopo il caso dell'operaio con la febbre alla Sevel di Atessa, il sindacato metalmeccanici propone un protocollo per la sicurezza

La Fiom Cgil Abruzzo ha inviato una lettera al presidente della Regione, Marco Marsilio con l’obiettivo di contribuire a trovare una soluzione per quanto riguarda la gestione dei casi di lavoratori che risultano avere la febbre ai controlli sul posto di lavoro.

La discussione si è resa necessaria dopo il caso dell'operaio della Sevel di Atessa che è stato bloccato all'ingresso dello stabilimento dopo che ai controlli era risultata una temperatura corporea di 38 gradi.

Secondo la Fiom, innanzitutto, bisogna "identificare se un lavoratore viaggia da solo in macchina o con un altro collega o con i mezzi pubblici e risalire alla tracciabilità dei contatti".
 
Le azioni da intraprendere in caso il lavoratore risulti avere una temperatura superiore ai 37,5°C per il sindacato dei metalmeccanici sono le seguenti:

Il lavoratore deve essere accompagnato, con le dovute cautele, in un locale aziendale idoneo ed isolato per effettuare la seconda misurazione manuale (tale operazione, ed in generale l’intera gestione del lavoratore sospetto di contagio, sarà gestita dal personale della sala medica in tutte quelle realtà dove è presente una sala medica aziendale. Nelle realtà lavorative sprovviste di sala medica, la figura che gestirà tali operazioni sarà indicata dall’azienda). Se viene confermata la temperatura, l’azienda deve dotare il lavoratore sospetto di tutte le precauzioni (DPI) necessari affinché non si propaghi l’eventuale contagio. È prassi comune chiedere l’intervento del medico competente o lasciare che il lavoratore contatti il proprio medico di base, la nostra proposta è di chiamare sempre la ASL di competenza territoriale. La ASL comunicherà la procedura da adottare nei confronti del lavoratore ed attiverà tutte le misure di indagine necessarie per la tracciabilità dei contatti a partire dalle modalità di raggiungimento del luogo di lavoro.

 

Questa procedura, però deve essere normata attraverso un’ordinanza della Regione "che consenta la possibilità di tracciare e mantenere i contatti, di coinvolgere la protezione civile valutando la possibilità di presidi nei nuclei industriali negli orari di ingresso e uscita anche per le aziende dove non è presente il sindacato". Inoltre, va previsto l’obbligo del tampone per ogni lavoratore a cui viene rilevata una temperatura superiore a 37,5°C e l’impossibilità di rientrare in azienda fino all’esito negativo del tampone. Se il tampone risultasse positivo andrebbero eseguiti i tamponi ai contatti precedentemente tracciati".

Infine, per quanto riguarda i trasporti che per la Fiom "rischiano di essere il vero anello debole di tutto il sistema di tutele", la richiesta è che "siano previsti dei rilevatori automatici della temperatura, così come avviene negli autobus a lunga percorrenza. Inoltre, per i conducenti, a tutela degli stessi, vanno previsti meccanismi di isolamento che vadano oltre il distanziamento. In alcune regioni hanno predisposto dei pannelli di plexiglass che garantiscano l’opportuno isolamento".
 

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