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Coronavirus, un anno di pandemia: il lockdown a Chieti dal 9 marzo 2020

In Abruzzo il Covid era arrivato due settimane prima, con il primo caso di un turista brianzolo. Il primo contagiato in provincia di Chieti fu un uomo di San Giovanni Teatino

Sono trascorsi 365 giorni dalla sera in cui l'allora presidente del consiglio, Giuseppe Conte, annunciava l'inizio del lockdown in tutto il Paese. La pandemia da Covid 19 aveva già toccato l'Italia, ma non se ne era ancora compresa del tutto la portata. 

Illustrando il decreto "Io resto a casa", il 9 marzo 2020, il premier chiedeva agli italiani un sacrificio temporaneo. Il provvedimento, infatti, inizialmente era in vigore fino al 3 aprile. Solo pochi giorni prima, alcune regioni dell'Italia settentrionale erano state poste in zona rossa. Quel decreto prevedeva il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione, se non per ragioni di necessità, l'impossibilità di viaggiare tra le regioni. Fu allora che il termine "assembramento" entrò nel linguaggio comune, così come diventò quotidianità l'autocertificazione per chi doveva uscire di casa. 

La situazione, si ricorderà, in tutta Italia e in Abruzzo era già critica da qualche giorno. Il 4 marzo 2020 era stata diposta la chiusura delle scuole e delle università fino al 15 marzo, poi prorogata fino al 3 aprile e, in seguito, com'è noto, sino alla fine dell'anno scolastico. 

Nella stessa giornata del 9 marzo, anche a Chieti si erano già disposte le prime limitazioni. L'allora sindaco Umberto Di Primio, raccomandando attenzione ai suoi concittadini, aveva stabilito l'apertura degli uffici comunali solo per due ore al giorno, mentre il presidente del consiglio comunale, Liberato Aceto, aveva chiesto ai colleghi consiglieri di tenere le commissioni solo in casi strettamente urgenti e necessari. In seguito, tutta l'attività amministrativa è proseguita da remoto. 

Nella nostra regione, il Coronavirus era arrivato ufficialmente circa due settimane prima. La mattina del 27 febbraio 2020, l'Abruzzo si era svegliato con il primo caso di contagio. Si trattava di un uomo brianzolo, arrivato a Roseto (Teramo) con la famiglia. Alla comparsa dei primi sintomi, era stato trasportato all'ospedale Mazzini di Teramo. 

Appena due giorni dopo, il 29 febbraio 2020, il ricovero all'ospedale di Pescara di un uomo di San Giovanni Teatino, il primo contagiato della provincia di Chieti: era appena tornato da un viaggio di lavoro in Lombardia. Il giorno successivo, la conferma dall'istituto Spallanzani di Roma: era Coronavirus.  

Fu poi la volta di un docente del liceo Mattioli di Vasto, della sorella insegnante alla primaria Paolucci di Casalbordino, di un 32enne rientrato da un corso di formazione a Reggio Emilia. Da allora, il numero dei contagi ha iniziato ad aumentare e il bollettino quotidiano dell'assessorato regionale alla Sanità, consuetudine tuttora rimasta, ha dato agli abruzzesi l'idea dell'andamento della pandemia. 

Il 5 marzo, in Abruzzo erano stati diagnosticati 8 positivi al Covid 19. Pochi giorni dopo, il 9, erano 33

Il 29 maggio, poche settimane dopo la fine del lockdown e il recupero di una nuova normalità, l'Abruzzo ottenne il risultato tanto atteso: il bollettino quotidiano evidenziava che non c'era stato nessun nuovo contagio. Prima ancora, il 6 maggio, era stata la provincia di Chieti a risultare senza nessun nuovo caso. 

Il "doppio zero", nessun nuovo caso e nessun decesso, era stato finalmente l'8 giugno: un risultato che fece ben sperare e regalò una ventata di ottimismo dopo mesi di sacrifici e brutte notizie. 

A seguito di un'estate relativamente tranquilla sul fronte dei contagi, l'autunno ha riportato l'Italia e l'Abruzzo a livelli di contagi e decessi allarmanti. Oggi, nel pieno di quella che viene considerata la terza ondata della pandemia da Covid 19, nella nostra regione il tasso di positività diminuisce, ma crescono i ricoveri in ospedale.

Dal primo caso del 27 febbraio 2020, in Abruzzo sono rimaste contagiate 57.954 persone e 1.825 purtroppo hanno perso la vita. Le persone guarite sono 42.804 e oggi, a un anno dall'inizio del lockdown, ci sono 13.325 positivi. Intanto, l'Italia rivive le sensazioni di un anno fa: gli esperti del Comitato tecnico scientifico, come racconta Today.it, hanno dato al Governo indicazioni su nuove misure, ancora più stringenti delle ultime settimane, per evitare l'ulteriore crescita dei contagi.   

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