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Aumentano i contagi, l'Abruzzo rischia di finire in zona arancione con restrizioni più severe

In serata è attesa la decisione del Comitato tecnico scientifico: in quel caso ci sarebbe il divieto di uscire dai confini regionali e la chiusura di bar e ristoranti

A pochi giorni dall'entrata in vigore del nuovo Dpcm, che aveva classificato l'Abruzzo in "zona gialla", quella con le restrizioni meno severe, già oggi la regione rischia di finire in zona arancione, o addirittura rossa. In bilico ci sono anche Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Campania e Veneto.

In serata è attesa la decisione del Comitato tecnico scientifico e la cabina di regia per l'emergenza Covid-19, nel corso della quale saranno discussi gli ultimi dati arrivati dalle regioni per il monitoraggio del contagio da coronavirus, come racconta Today.it.

Al momento, la riunione è in corso. 

Sul tavolo c’è dunque la versione definitiva del report 25 dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che contiene i dati dell’ultima settimana di ottobre. Dati che andaranno analizzati alla luce dei 21 criteri individuati dagli esperti del Cts in base ai quali si decide il “colore” da assegnare a ciascuna regione.

In Abruzzo e Umbria, a preoccupare è soprattutto la situazione delle terapie intensive. 

Se la regione venisse inserita in zona arancione, sarebbero maggiori le restrizioni: divieto di uscire dai confini regionali, divieto di spostamento in comuni diversi da quello di residenza o domicilio, chiusura di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. Oltre alla sospensione delle attività sportive. 

Interpellato dall'Ansa, il presidente della Regione, Marco Marsilio, commenta: "Gialla o aranzione, cambia poco. Noi siamo a cavallo tra i due colori. Forse il cambiamento è solo questione di tempo, vedi l'Alto Adige, ma io stesso poi ho chiesto al Ministro cosa cambi in realtà tra giallo o arancione: si chiudono bar e ristoranti? Ma non c'è quindi dell'accanimento verso alcune categorie?".

Il presidente spiega di aver chiesto altri ventilatori e che è previsto l'aumento di altri posti di terapia intensiva. Ma, ammette, "quello che ci preoccupa di più è l'alto numero dei ricoverati, superiore alla prima ondata: non eravamo mai oltre i 400 malati, ora li abbiamo abbondantemente superati".

"Il numero dei contagi sale talmente - aggiunge  Marsilio - che per noi è diventato difficile seguire il tracciamento, anche se stiamo aumentando le figure dei tracciatori. Insomma, finire in arancione equivarrebbe ad un coprifuoco di fatto, vai a casa tanto non c'è niente da fare".

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