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Aste fluviali: nel 2021 in Abruzzo 460 controlli e 31 verbali per illeciti amministrativi, gran parte nel Chietino

Sono i numeri dell'esito dell'attività svolta nell'ambito dell'accordo di programma sottoscritto nel 2020 dai carabinieri forestali con la Regione Abruzzo

Nel 2021, in Abruzzo sono stati eseguiti circa 460 controlli e rilevati 31 verbali per illeciti amministrativi per violazioni in materia di scarichi, utilizzazioni agronomiche, rifiuti e captazione idrica, grazie ai controlli effettuati dai carabinieri forestali su 15 delle 25 aste fluviali abruzzesi classificate con scarso-pessimo e sufficiente.

Dei circa 450 controlli la gran parte è stata svolta nella provincia di Chieti (110 con 12 verbali per illeciti amministrativi), quella di Pescara (140 con 7 verbali per illeciti amministrativi) e quella di Teramo (190 con 12 verbali per illeciti amministrativi). Su tutto il territorio regionale sono state 12 le notizie di reato comunicate di cui sette contro persone note.

Come riporta l'agenzia Dire, a dare i numeri dell'esito dell'attività svolta nell'ambito dell'accordo di programma sottoscritto nel 2020 con la Regione Abruzzo è stato il tenente colonnello Saverio Madeo, addetto al gruppo forestale di Pescara, nel corso di una conferenza stampa tenutasi all'Aquila e convocata dagli assessori regionali Emanuele Imprudente (vicepresidente della giunta con delega all'Ambiente e il sistema Idrico) e Nicola Campitelli (con delega all'Energia e i Rifiuti), cui hanno preso parte anche il generale Giampiero Costantini, comandante regionale dei carabinieri forestali di Abruzzo e Molise e Pierpaolo Pescara, direttore del dipartimento Territorio e Ambiente della Regione.

Un'attività in primis di controllo e prevenzione, è stato sottolineato da tutti, ma anche di repressione, che ha rilevato tra i principali fattori di criticità l'abbandono dei rifiuti, le captazioni idriche abusive, gli scarichi abusive, le invasioni abusive di terreni, l'utilizzazione agronomica "border line", come le ha definite Madeo, come ad esempio scarichi che potevano potenzialmente finire nei fiumi, gli scavi sugli argini fluviali che causano la deformazione delle sponde e, ancora, i tagli e gli incendi boschivi, gli scarichi reflui urbani sopra i limiti di legge. Un report, quello presentato, che riguarda dunque lo stato di salute delle acque interne del territorio e che, proprio in forze della convenzione stipulata, hanno ribadito più volte Imprudente e Campitelli, è lo strumento grazie al quale l'ente è in grado di programmare e pianificare le azioni necessarie e tutelare l'ambiente.

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