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Troppe commissioni consiliari convocate senza motivo e la spesa lievita: la strigliata del segretario generale

Il richiamo ai presidenti, che spesso organizzerebbero sedute per discutere argomenti che non rientrano nella sfera di competenza dei commissari, i quali ricevono un gettone di presenza da 83 euro nette

Troppe riunioni delle commissioni consiliari dedicate ad argomenti che, in realtà, non rientrerebbero negli ambiti di cui si devono occupare. Così, i costi per i gettoni di presenza lievitano, pesando non poco sul bilancio, in riequilibrio, del Comune di Chieti. È la "strigliata" arrivata dalla segretaria generale Celestina Labbadia, che oggi ha scritto ai presidenti delle commissioni consiliari permanenti, al presidente del consiglio comunale Luigi Febo e al sindaco Diego Ferrara. 

Labbadia, facendo riferimento al regolamento del consiglio comunale a cui ha lavorato la stessa assise civica, scrive in qualità di responsabile della prevenzione della corruzione, che come tale ha obblighi di controllo sul funzionamento dell'ente. Nella lettera, puntualizza di non voler "invadere la sfera di competenza", considerando anche il fatto che non potrebbe sollevare rilievi alle decisioni adottate, ma fa un preciso richiamo al regolamento, sottolineando come il concetto di corruzione non si limiti a quanto previsto dal codice penale, ma si estenda anche alle azioni che includono un "uso distorto della pubblica funzione". 

Secondo quanto previsto dal ruolo, le commissioni consiliari si riuniscono per esprimere pareri sulle delibere che andranno poi al vaglio del consiglio comunale, nonché per elaborare atti e documenti da sottoporre all'assise civica. Il gettone di presenza erogato per ogni partecipazione ammonta a 83 euro nette. 

In ogni commissione deve sedere un rappresentante per ciascun gruppo consiliare: è facile comprendere come un consigliere che sia l'unico componente di un gruppo debba partecipare a tutte le sedute, arrivando a maturare la quota massima di rimborsi. Gli esponenti dei partiti con più seggi, invece, prendono parte a un numero inferiore di sedute, che possono essere anche un paio al mese.

Ma se, come evidenziato nel "richiamo", le commissioni vengono convocate per argomenti che non rientrano nella sfera di competenza, la seduta non si sarebbe dovuta riunire, dunque si sarebbe potuta risparmiare l'erogazione del gettone a tutti i partecipanti.

L'ammonimento arrivato ai presidenti deriva dal fatto che spesso i lavori delle commissioni non risultino del tutto attinenti ai compiti che dovrebbero svolgere. È capitato, infatti, che alcune sedute avessero come argomento principale l'analisi di programmazione di attività dell'ente, cosa che non compete ai commissari. Un'attività "di poco ausilio ai lavori del consiglio comunale", evidenzia Labbadia, la quale fa notare anche "il comportamento che stanno assumendo i lavori delle commissioni molte volte non attinenti agli atti programmatori dell'ente". 

A questo proposito, la segretaria generale cita anche una sentenza del 2012 della Corte dei Conti, che invitava un'amministrazione al "dovere (...) di garantire la sana e oculata gestione delle risorse pubbliche in tutti i momenti della vita istituzionale, soppesando attentamente la convenienza delle scelte effettuate". Un richiamo che ben si adatta al Comune di Chieti, viste le condizioni economiche non proprio floride. 

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