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Chiusa la commissione di inchiesta sull'emergenza idrica: "Ora è necessario proseguire verso la gestione unica del servizio"

Sono state presentate le conclusioni dei lavori, avviati sei mesi fa, della commissione presieduta dalla consigliera regionale Sara Marcozzi

Efficientare i sistemi esistenti, aumentare il livello di infrastrutturazione e perseguire una gestione unica in grado di perseguire economie di scala: queste le principali necessità emerse a conclusione della commissione di inchiesta sull’emergenza idrica in Abruzzo. 

Questa mattina il presidente Sara Marcozzi ha presentato in conferenza stampa, insieme con i commissari Americo Di Benedetto e Fabrizio Montepara, l’esito conclusivo dei lavori della Commissione istituita con l’intento di una visione chiara per il futuro dell'acqua nella nostra regione.

“Grazie al lavoro della Commissione – ha esordito Marcozzi – siamo riusciti a dare priorità a una tematica che sarà centrale nel dibattito sociale e politico per i prossimi decenni. Lo abbiamo fatto ascoltando tutti i portatori di interesse; dai cittadini alle istituzioni, dalle società di gestione del servizio idrico fino ad esperti nazionali e internazionali. E la sintesi che abbiamo tracciato viaggia chiaramente nella direzione della gestione unica del servizio. La collaborazione tra gestori che abbiamo stimolato fin dal primo giorno, ha già portato risultati concreti. Come ci ha riferito il presidente di Ersi Nunzio Merolli, le sei società di gestione hanno trovato pochi giorni fa un accordo per creare una centrale unica di controllo delle reti idriche dell'Abruzzo. Questo consentirà una gestione centralizzata delle condotte e, con digitalizzazione e distrettualizzazione delle reti, si potranno prevenire rotture e ridurre drasticamente le perdite”.

Per Marcozzi questo è “il primo passo verso l’obiettivo di un cambio strutturale della governance nella direzione della gestione unica regionale". Tra gli altri step necessari: la previsione di una gestione accentrata degli acquisti, dall'energia elettrica alle materie prime fino ai servizi e la creazione di un sistema di interconnessione tra le reti dei sei gestori, per portare l'acqua ovunque manchi. 

“In commissione – ha aggiunto - ci siamo occupati prevalentemente dell’utilizzo idropotabile, ma si è palesata la necessità di intervenire in fretta anche per per tornare a valorizzare la nostra agricoltura e i nostri imprenditori. La revisione delle governance dei consorzi di bonifica non può più attendere. Abbiamo ascoltato sigle sindacali, associazioni e comitati che lamentano aumenti da capogiro delle bollette, mentre anni di gestione commissariale hanno solo peggiorato le cose. Dobbiamo superare questa criticità con lo stesso approccio di squadra, per arrivare a una gestione efficace e sostenibile. Abbiamo la fortuna di vivere in una Regione ricca di acqua, ma questo non ci mette al riparo dai pericoli. Molti cittadini continuano a non avere la garanzia dell’acqua corrente nelle proprie abitazioni e i cambiamenti climatici in atto rischiano di metterci in ginocchio" .

Poi il plauso alla cabina di regia nazionale istituita di recente dal governo Meloni e per la quale l’Abruzzo, proprio tramite la relazione della Commissione d'inchiesta, ha già un documento ufficiale approvato dalla stessa che indica una strada  per affrontare le criticità. “Limitarsi a indicare i problemi è inutile se non ci si rimbocca le maniche per risolverli. Con questo approccio propositivo - conclude Marcozzi - abbiamo fatto guadagnare tempo al nostro territorio in una sfida in cui dal tempo dipenderà se in futuro avremo o no acqua. Per questo ringrazio tutti i commissari e il consiglio regionale. Ben consapevole che, per la complessità del tema acqua, questa relazione non può che essere un nuovo punto di partenza”.
 

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