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In Abruzzo 9 mila case all'asta ogni anno, la nostra regione è dodicesima per le esecuzioni immobiliari

A fornire il dato è l'Adeci, l'associazione a difesa delle espropriazioni delle case e degli immobili

Ogni anno in Abruzzo sono 9 mila le case che vanno all'asta e la nostra regione si posiziona al dodicesimo posto a livello italiano per numero di esecuzioni immobiliari.
A segnalarlo è l'Adeci, l'associazione a difesa delle espropriazioni delle case e degli immobili, che segnala come vada all'asta una casa ogni 50 famiglie.

«E nessuno fa niente», denuncia l'Adeci, «un esercito di perseguitati, neo-deportati, con lo stigma Crif impresso sulla fedina bancaria. Un sistema che espelle milioni di italiani dalla economia in chiaro, con il divieto assoluto del ricorso al credito, spinti nelle braccia di usurari. Un danno irreparabile per l’economia italiana a cui nessuno pensa. Prezzi scontati del 35% rispetto al libero mercato, tempi dei tribunali più snelli, un’accessibilità agli annunci e alle offerte di gran lunga maggiore che in passato: sono questi gli ingredienti che stanno contribuendo a un crescente interesse degli italiani verso il mercato delle aste immobiliari».

Come evidenzia l'associazione, secondo l’osservatorio di immobiiare.it, l’offerta degli immobili all’asta è aumentata del 20%, di pari passo, anche la domanda ha subito un importante variazione positiva, pari al 29%. «Tutti elementi che unitamente a una drammatica crisi economica e morale che sta attraversando il Paese fanno crescere il mercato delle aste immobiliari in Italia», dice il presidente di Adeci, l'avvocato Mauro D'Amico, «e questa non è una buona notizia. Uno sguardo alle regioni rivela che è l’Abruzzo a offrire, unitamente a Liguria e Campania, le migliori occasioni di risparmio, con prezzi medi più bassi di circa il 40% rispetto al libero mercato. La nostra regione è al dodicesimo posto in Italia per numero di esecuzioni immobiliari con circa 9 mila case all’asta all’anno con il risultato che ogni 50 famiglie, una ha la casa all’asta».

Le quattro province si rappresentato univoche nei dati numerici. La distribuzione territoriale è piuttosto simile: con i suoi 305 comuni, la regione ha una elevata e massiva presenza di aste. Il tutto pare concentrato sulle province di Chieti e Pescara. «Anche questa non è una buona notizia" prosegue D'Amico, "uno tsunami che ogni anno travolge in Italia 1 milione e mezzo di persone circa ossia 250 mila famiglie, circa 9 mila abruzzesi stante che nella nostra regione ogni 50 famiglie, una ha la casa all’asta: la media nazionale è una ogni 75 famiglie. Insomma è la storia di 250 mila famiglie italiane che sono coinvolte, spesso loro malgrado, nella situazione sconfortante e umiliante di avere una casa all’asta. Un esercito silenzioso di 1 milione e mezzo di connazionali che a causa di un mutuo contratto e successivamente per vari motivi (che non interessano a nessuno) non onorato, restano obbligati in solido anche se solo inseriti solo come garanti, come i nonni, che in tempi non sospetti vennero chiamati a mettere la firma a garanzia del mutuo. Dall’altra parte c’è il profitto degli operatori del settore delle aste immobiliari e delle banche che guardano ormai al web come un potente alleato che permette loro di rivolgersi ad una platea impensabile fino a qualche anno fa. Infatti l’aumento delle richieste si traduce in segnali molto positivi per il settore: un anno fa dall’analisi del portale emergeva che un annuncio di asta rimaneva on line quattro volte più a lungo rispetto alle inserzioni di compravendita tradizionale. Oggi lo studio rivela che lo scarto è sceso a tre e il mercato va a gonfie vele. Poi c’è il popolo degli esecutati. Si così si chiamano “tecnicamente” il bravo sig. Rossi, impeccabile per una vita, che però non ha potuto più rimborsare le rate di mutuo alla banca perché è stato licenziato, oppure il tranquillo nonno, con una vita irreprensibile, che ha semplicemente fatto da garante al nipote o il padre che ha prestato fideiussioni al figlio, oppure la coppia che a causa della separazione si è trovata immediatamente in difficoltà economica ed è diventata debitore nei confronti della banca. Da debitore diventerà debitore esecutato, ossia colui che, in seguito ad un atto di pignoramento, il suo immobile sarà in procinto di andare all'asta, e li parte il suo calvario. Di questa massa di gente e di quel calvario nessuno si occupa. Ad oggi risultano oltre 16 milioni di Italiani segnalati nelle banche dati di Crif, Ctc ed Experian, ormai siamo alla follia! Follia giustificata dal fatto che dei milioni di segnalati, circa 6 milioni, risulta abbiano anche regolarizzato la propria posizione debitoria e gli istituti di credito non hanno nulla a che pretendere, ma non li vogliono né vedere né sentire. I milioni di cittadini coinvolti sono costretti a subire l'abuso della segnalazione come cattivi pagatori per anni! E non possono accedere a nuovo credito! Tutto ciò a danno dell'economia reale! Questo abuso dominante non è normato da nessuna legge italiana e non rientra nella Costituzione. E' solo un patto tra poteri forti (banche e finanziarie) che decidono autonomamente ciò sia giusto fare per loro. Ritengo che questo sistema "obsoleto e perverso" sia tra le cause principali che arreca danno all'intero sistema economico finanziario nazionale. Eppure si potrebbe fare tanto per questa povera gente: obbligare le banche a erogare denaro con la garanzia dello Stato, incentivare e snellire le procedure di esdebitazione (legge 3/21) cosiddetta legge anti suicidi, estendere le possibilità di conversione dei pignoramenti e tante altre iniziative. Con l’aggravante che il cessate il fuoco imposto dal decreto milleproroghe scadrà il 30 giugno 2021 e dal primo luglio in tanti dovranno anche lasciare la casa in quanto ripartono gli ordini di liberazione degli immobili ad uso abitativo e ricomincerà il bagno di sangue con le banche. Si faccia qualcosa, prima che sia troppo tardi!».

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