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Capitale italiana del libro 2023: San Salvo battuta da Genova, ma Sgarbi non ci sta e lancia una proposta

Per il sottosegretario al ministero della Cultura, bisogna istituire tre categorie, grandi città metropolitane, medie città di provincia e piccoli comuni, così da non far concorrere realtà con possibilità tanto diverse

Non è esente dalle polemiche la scelta della Capitale del libro 2023, che stamani ha visto la proclamazione della città di Genova, a scapito di realtà come San Salvo. 

Il sottosegretario al ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, non ci sta e lancia una proposta che, dice, aveva già avanzato al precedente Governo.

Nel dettaglio, Sgarbi all'agenzia di stampa Adnkronos ha dichiarato: "La scelta di Genova quale città Capitale del Libro è una scelta tanto inevitabile quanto sbagliata. Troppo facile scegliere Genova o Firenze - ha spiegato - fra le sei finaliste che comprendevano anche Lugo, Nola, San Quirico d'Orcia e San Salvo. Bisogna istituire tre fasce: grandi città metropolitane, medie città di provincia e piccoli comuni sotto i diecimila abitanti. L'ho detto mille volte all'ex ministro Franceschini e ancora non l'ha capito il nuovo ministro Sangiuliano", è la sua proposta.

"Lo stesso discorso dovrebbe riguardare il titolo di Capitale italiana della Cultura - ha aggiunto Sgarbi - Ma come si fa a mettere contro Palermo e Comacchio? È chiaro che vince Palermo! Oppure far gareggiare Firenze o Venezia contro un paesino di cinquemila abitanti? Diventa umiliante... Detto questo, con i fondi di 500.000 euro che andranno a Genova come capitale del libro, si induca il recalcitrante sindaco a convincersi a comprare la bellissima biblioteca di Marcenaro, il grande studioso che ha raccolto 40.000 libri".

È Genova la Capitale italiana del libro 2023, sfumano le speranze per San Salvo

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