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Sorrisi e benessere nel progetto “Il mio migliore amico” che mette al centro cani del canile e soggetti vulnerabili [FOTO]

Un contatto unico che giova a persone e animali: le attività dell'associazione La cura del tempo in corso all'interno del canile comunale di Chieti

Avvicinarsi a un cane che ha vissuto mille sofferenze, accarezzarlo, spazzolarlo, fare insieme una passeggiata, donare e ricevere tenerezza, la cura e la sensazione di sentirsi utili e attivi: è l’incontro tra i cani del canile rifugio di Chieti e i pazienti affetti da patologie neurodegenerative che sta dando vita a un inedito progetto inclusivo che si chiama “Il mio migliore amico”.
 
Un incontro degli ultimi con gli ultimi quello sperimentato all’interno del progetto partito il mese scorso nel canile rifugio “Achille Bonincontro” e che vede attivi l’associazione di promozione sociale La cura del tempo, i volontari dell’associazione Asada Onlus che gestisce il canile e l’Assessorato alla Tutela del mondo animale nella persona di Fabio Stella che ha messo in contatto queste due realtà che operano nel sociale. 

“La pandemia ha creato terreno fertile per l’isolamento sociale delle persone, specialmente negli anziani e nelle persone con patologie più gravi come quelle neurodegenerative – ha spiegato la dottoressa Lisa Maccarone, psicologa ed esperta in Neuropsicologia dell’associazione La cura del tempo – con quest’attività, che non è pet therapy, andiamo a lavorare con una stimolazione cognitiva attraverso una metodologia non convenzionale basata su incontri all’aperto, con i cani, dove le persone più vulnerabili possono tornare alla socializzazione e a un senso di utilità. La stimolazione cognitiva, diviene pertanto uno strumento utile per mantenere il cervello in allenamento, sia nelle persone con patologie neurodegenerative, sia nelle persone che hanno sperimentato un periodo di deprivazione cognitiva, sensoriale ed emotiva, com’è accaduto negli ultimi anni”.

Cani un po’ timidi e soggetti vulnerabili al centro di un progetto che per la prima volta trova spazio in Abruzzo attraverso questo tipo di canale. “Quella con La cura del tempo e questi speciali pazienti è una sperimentazione del tutto nuova: è importante, perché fa bene a tutte le parti direttamente coinvolte, cioè i pazienti che hanno carenze cognitive o demenze, gli animali ospiti del canile che godono di questo speciale e unico contatto e, indirettamente, anche i caregiver che lasciano i propri cari in ottime mani” ha aggiunto l’assessore Fabio Stella presentando l’iniziativa che è riuscita a coniugare le due associazioni “che quotidianamente danno supporto alla nostra comunità”.

“Il mio migliore amico”: cani e soggetti vulnerabili al centro di un inedito progetto inclusivo

“Mediante le attività proposte, viene offerto alle persone con patologie neurodegenerative un’opportunità di socializzazione, stimolazione cognitiva e affettiva, attraverso attività specifiche di terapia occupazionale basate sul legame che si instaura con i cani e con l’accudimento, fornito e ricevuto, e con i volontari di entrambe le associazioni” ha evidenziato Dario Maggipinto, presidente dell’associazione La cura del tempo.
 
Margara Romano dell’associazione Asada ha quindi ricordato il compito di chi opera nel canile che non è soltanto quello di ospitare i cani – circa duecento attualmente - ma anche di “riabilitare gli animali nella struttura, perché possano essere adottati cosa che ad oggi è una delle principali attività. Per il progetto ‘Il mio migliore amico' abbiamo lavorato su cani che sembravano impegnativi ma che in questo contesto si sono comportati egregiamente, usufruendo di cure eccezionali e nell’essere accarezzati e spazzolati e coccolati da queste persone traevano un benessere importante”.
 
“Si tratta di un incontro fra ultimi e ultimi che giova agli stessi animali – ha concluso il presidente di Asada, Danilo Ciancaglini - specie i meno socializzati hanno avuto la possibilità di essere curati ancora di più attraverso un tempo maggiore e l’incontro con chi vive queste particolari patologie”.

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