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"Troppe le criticità presenti": il Wwf diffida la Regione sulla programmazione dell’attività di caccia

L'associazione chiede alla Regione Abruzzo di accogliere le richieste per la modifica del calendario venatorio 

Nei giorni scorsi il Wwf ha inoltrato una diffida alla Regione Abruzzo sul calendario venatorio 2023-2024.  "Nella programmazione dell’attività di caccia della nostra regione - spiegano dall'associazione - permangono ancora tante, troppe, criticità, che l’azione legale mira a eliminare e contrastare". 

Tra questi ci sono "il posticipo della chiusura della caccia al colombaccio al 10 Febbraio 2024, in quanto l’Ispra sostiene che può essere consentito solamente nelle realtà territoriali dove sia garantita un’adeguata vigilanza venatoria, in grado di prevenire eventuali illeciti cosa non assicurata in Abruzzo, tanto più che nel calendario venatorio non vi è alcun riferimento alla vigilanza venatoria e il posticipo della caccia al colombaccio è esteso a tutto il territorio regionale senza discriminante alcuna.

La caccia all’Allodola, specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa  e la chiusura della caccia alla Beccaccia al 20 gennaio (oltre a quanto indicato dall’Ispra) e non al 31 dicembre".

 Il Wwf poi sottolinea il "mancato rispetto delle prescrizioni per l’attività venatoria nell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. In tali ambiti la caccia dovrebbe essere riservata ai soli residenti dei comuni delle aree naturali protette e delle aree contigue e dovrebbe essere gestita in forma controllata, mentre nel calendario approvato dalla Regione Abruzzo non si fa riferimento alcuno alla riserva di caccia ai soli residenti e le limitazioni nell’utilizzo di munizionamento a pallini di piombo. Infine, il 
mancato inserimento del divieto di caccia nelle aree percorse da incendi".

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