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Riapertura della gara per la mensa scolastica, l'Anac dà ragione al Comune: "Procedura corretta"

Nel mirino di un'istanza erano finiti, oltre alla proroga dei termini del bando, il prezzo a base d'asta per ogni pasto e i costi per la sicurezza

La riapertura dei termini della gara per la refezione scolastica a Chieti è regolare. Lo certifica il parere dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) dello scorso 24 febbraio, dopo l'istanza presentata dalla ditta Ladisa. 

“La proroga tecnica era legittima, come lo è il bando che abbiamo promosso quando i disservizi sono diventati tali e tanti da non consentirci di continuare con l’attuale gestore, questo dice chiaramente l’Anac  nel parere richiesto", commenta l'assessore agli Affari Legali, Enrico Raimondi. 

L;a società Ladisa, nel dettaglio, aveva contestato il fatto che il prezzo a base d'asta per ogni pasto fosse di 5 euro, inferiore ai 5,5 euro del 2015, nonostante alcuni criteri di aggiudicazione della gara prevedessero l'impiego di prodotti biologici, locali e a filiera corta, dunque più onerosi. 

In secondo luogo, nell'istanza dell'attuale gestore veniva evidenziato come l'importo degli oneri per la sicurezza, fissato a 9 mila 875mila euro per tre anni, risultasse inferiore a quello del 2015, pari a 55mila euro per tre anni, nonostante gli attuali protocolli di sicurezza più rigidi, vista la situazione sanitaria. 

Ma l'Anac ha validato la linea intrapresa dal Comune 

Sono tre i punti in cui si articola la decisione emessa dall’Autorità. In primis, sottolinea che rientra nell’esercizio della discrezionalità tecnica propria della stazione appaltante, quindi il Comune, individuare una base d’asta congrua e tale da garantire la qualità delle prestazioni e non penalizzare alcuno dei possibili concorrenti.

"A maggior ragione - puntualizza Raimondi - a fronte dei disservizi legati proprio alla qualità del cibo servito ai bambini e al mancato rispetto di diete e regimi alimentari speciali peraltro chiaramente previsti dal capitolato".

In secondo luogo, l'Anac precisa che anche l’indicazione dei costi della sicurezza da interferenza è appannaggio della stazione appaltante.

"Ma il punto sostanziale che chiarisce il buon operato dell’amministrazione - sottolinea l'assessore agli Affari Legali - è quello inerente la riapertura dei termini da noi effettuata per il buon esito dell’appalto, definita dall’Anac non solo legittima e corretta a livello procedurale, ma anche relativamente all’evidenza, avendo avuto, da parte dell’ente, la medesima pubblicità degli atti di gara e richiesti dalla situazione".

"Il nostro compito - conclude Raimondi - era e resta quello di assicurare a una parte sensibile della nostra comunità, i bambini, un servizio di qualità, sicuro e rispondente anche, a condizioni speciali dal punto di vista alimentare, che non possono essere non valutate o trattate con la superficialità a cui abbiamo dovuto porre rimedio”.

Ancora nessuna risposta dall'Autorità, invece, sulla diffida presentata lo scorso gennaio, sempre per la stessa gara d'appalto: i ricorrenti lamentavano soprattutto l'impossibilità di ottemperare a tutti i requisiti previsti dal bando, per mancanza di tempo utile.

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