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Martedì, 23 Aprile 2024
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Bambini autistici in lista d'attesa, Asperger Abruzzo in commissione: "I nostri figli non possono più aspettare"

L’associazione torna a chiedere un reparto dedicato e qualificato alla Asl

Sono tanti i bimbi autistici in lista d’attesa e l’associazione Asperger Abruzzo torna a chiedere un reparto dedicato e qualificato alla Asl.

Lo ha fatto tramite la presidente Maria Helene Benedetti, che martedì mattina è stata convocata in Commissione Salute regionale per discutere con la Asl Lanciano Vasto Chieti le criticità rispetto alle linee guida regionali per l'autismo.

“La Asl, come accade da ormai più di un anno, ci ha riferito che entro una settimana saranno accreditati, i centri San Stef.Ar e quindi presi in carico 53 bambini nella provincia di Chieti. Ho spiegato ai dirigenti venuti in rappresentanza della Asl, il dottor Muraglia e il dottor Bellisario, che questa non è la soluzione definitiva ai problemi dei bambini autistici – racconta la presidente Asperger Abruzzo -   il 54esimo bambino e quelli a seguire finiranno di nuovo in liste d'attesa per chissà quanti anni”.

L’associazione chiede una soluzione alle liste d'attesa, sia per quanto riguarda i centri terapeutici che per le diagnosi. "La Asl deve assolutamente provvedere alla presa in carico dei nostri figli con psicologi assunti da loro in quella Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile e dell'Adolescenza che nella Asl2 manca e dovrebbe esserci per legge. Ho spiegato alla Asl che il problema – ha aggiunto Benedetti - non sono solo le liste d'attesa per le terapie, i problemi sono soprattutto per la qualità delle terapie che vengono erogate, le terapie che vengono erogate dai centri accreditati non rispettano le linee guida e le leggi nazionali e internazionali per l'autismo. Per l'alto funzionamento alcuni centri credono che la terapia sia sempre la stessa del basso funzionamento e non sono in grado di riabilitarli se addirittura non fanno anche dei danni".

Sono pochi i casi in Abruzzo di bambini che hanno una terapia per l’autismo adeguata, spiega ancora l’associazione di Maria Helene Benedetti: “Se i bambini non vengono adeguatamente riabilitati accade che non escono dal programma terapeutico e non vengono ridotte le terapie, se vengono ridotte è per età, non perché sono stati riabilitati, e queste infinite liste d'attesa che abbiamo oggi sono frutto dei vecchi bambini non riabilitati e l'arrivo di nuovi bambini da riabilitare. È ancora radicata la vecchia idea dell'autismo irrecuperabile, in realtà l'autismo ha fatto passi da gigante, con le terapie adeguate e con le diagnosi precoci, molti autismi possono riuscire ad avere una vita serena, questi bambini non possono perdere l'opportunità di una vera riabilitazione, come la legge prevede per loro. Le nostre famiglie lamentano il fatto che i centri non provvedono ai parent training, non provvedono ai training degli operatori scolastici, non entrano negli ambienti di vita del bambino nemmeno quando espressamente richiesto dalle diagnosi e le nostre famiglie prese in carico lamentano di non saper fronteggiare i comportamenti problema dei figli perché non viene detto loro come fare, appunto perché non fanno parent training.Abbiamo moltissimi bambini a cui viene prescritto in diagnosi un intervento in ambiente naturale e i bambini che hanno questa prescrizione si ritrovano ad entrare soli in terapia.

Molti bambini, troppi, rifiutano la terapia, si rifiutano di entrare nei centri e ai loro genitori viene detto che il bambino deve adattarsi alla terapia, non è il bambino che deve adattarsi alla terapia, è la terapia che deve essere adattata al bambino. Conosco bambini che i giorni in cui vanno in terapia non dormono la notte, sono ingestibili di giorno e non cenano nelle sere in cui hanno fatto terapia, mi chiedo, questi bambini non verbali come devono farvi capire che quelle modalità non sono adatte a loro?”.

Nel frattempo, tante famiglie di ragazzi autistici chiedono di fare ricorsi per uscire da determinati centri ed essere presi in carico da altri: “Siamo arrivati ad un bivio in Abruzzo – conclude Marie Helene - è ora di decidere se i centri vogliono adeguarsi a dare il giusto intervento o in mancanza di questo saremo costretti a ricorrere in tribunale per ottenere privatamente ciò che non c'è, ma in ogni caso, l'alto funzionamento deve essere preso in carico dalla stessa Asl o non si rischia il crollo dell'Azienda Sanitaria e non è questo il nostro obiettivo.Ho chiesto un nuovo incontro con la Asl per capire a che punto siamo con l'Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, grande lotta di Asperger Abruzzo dal giorno della sua nascita, questo reparto non può più aspettare, le nostre famiglie sono sfinite, i nostri figli non possono più aspettare”.

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