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Aumentano i contagi a Vasto, Schael dice sì al nuovo drive in per i tamponi: "Ma spetta al Comune trovare il luogo e allestire"

Il direttore generale della Asl scrive al sindaco Menna lanciando l'allarme: "I numeri destano più di una preoccupazione, peraltro in controtendenza con il trend del resto della provincia"

Casi di Coronavirus in aumento, a Vasto. Per questo, stamani il direttore generale della Asl Thomas Schael ha inviato una nota al sindaco Francesco Menna sulla situazione epidemiologica in città.

Per il manager, i dati "destano più di una preoccupazione, peraltro in controtendenza con il trend del resto della provincia. A fronte di una situazione da monitorare con la dovuta attenzione - scrive Schael - si registrano posizioni massimamente concentrate sull’esecuzione dei tamponi e per nulla sulla vaccinazione, che invece resta il tema sul quale investire con convinzione e impegno".

Il riferimento è alle parole di qualche giorno fa del sindaco Menna, che aveva sollecitato la riapertura di una postazione per eseguire tamponi molecolari. Sulla richiesta, la Asl "si rende disponibile a dotare la città di una postazione con personale dedicato in una location che spetta al Comune individuare e allestire, come avvenuto in altri Comuni nei quali è stata attivata. Le spese per la segnaletica, il collegamento internet, le utenze e la pulizia sono da intendersi, come negli altri casi, a carico del Comune, anche perché non esiste alcun finanziamento dedicato a cui la Asl può attingere per tali attività, oggi come in passato. Pertanto, si resta in attesa di una proposta da parte del Comune circa l’ubicazione del drive in - incalza Schael -  che dovrà essere collocato in un’area che consenta il flusso ordinato delle auto in entrata e in uscita che non sia di intralcio al traffico cittadino".

"Quella di Vasto - scrive ancora il direttore della Asl - è una situazione emblematica, perché i casi positivi salgono a fronte di un tasso vaccinale pari al 72%, inferiore alla media del resto della provincia e lontano dalla maggioranza dei  comuni che superano l’80%. Puntare alla diagnosi, dunque, è sicuramente utile ma non risolve il problema, per il quale auspico un deciso impegno del Comune sul fronte della vaccinazione e sull’adozione di misure di prevenzione più rigide, come l’obbligo di mascherine all’aperto, adottate anche in altri Comuni abruzzesi alle prese con una situazione analoga, specie in considerazione degli 8 ricoverati e del valore raddoppiato rispetto alla soglia critica dei 50 casi ogni 100 mila abitanti".

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