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Associazione Asperger Abruzzo, l'appello alla Asl: "Stop a trasferimento dei bambini autistici fuori regione"

La presidente dell'associazione Marie Helene Benedetti chiede che siano seguiti con in prossimità del luogo di residenza

Chiede di far trasferire in Abruzzo tutti i bambini autistici in cura fuori regione e che meritano la giusta terapia, in prossimità del luogo di residenza, con il setting corretto e i dovuti controlli.

La presidente dell'associazione Asperger Abruzzo, Marie Helene Benedetti lancia un appello alla Asl di Lanciano Vasto Chieti "per quanto riguarda i bambini presi in carico fuori regione, nello specifico in Molise, dove le terapie non sono assolutamente accettabili nonostante vengano pagate, e dove troppi genitori ricorrono per un'immediata presa in carico per via delle lunghe liste d'attesa abruzzesi".

"Resta drammatica la qualità terapeutica per l'Autismo in Molise, così come rimane drammatica la vita delle famiglie che dall'Abruzzo corrono in Molise per cercare di dare celermente una terapia per i propri figli autistici. Le famiglie, troppo spesso ignare di come dovrebbe essere la terapia, si affidano ai centri terapeutici, che di fatto erogano psicomotricità e logopedia come fosse il trattamento definito per l'autismo. I genitori in questo modo pensano di aver risolto ogni problema e i centri, facendo entrare il bambino in una stanza con un operatore, fanno credere alle famiglie, e forse credono anche loro, di dare una terapia valida".

La presidente sottolinea che "è legge il fatto che la terapia debba essere erogata in prossimità del luogo di residenza del bambino, le sentenze di tribunale parlano chiaramente certificando che i nostri figli non possono viaggiare per andare a fare terapia lontano da casa, così come è fortemente richiesto dalle linee guida una terapia negli ambienti di vita e con il coinvolgimento totale dei familiari in ogni ambiente di vita, soprattutto per quanto riguarda la scuola con cui i centri molisani non hanno alcun rapporto e confronto, così come non hanno alcun rapporto e confronto con i genitori che necessitano di "parent training" secondo le necessità del caso, e non una volta al mese, o una volta alla presa in carico, o una volta ogni 6 mesi".

La presidente dell'associazione spiega che le "linee guida vengono disattese, soprattutto fuori regione, dove non c'è alcun controllo e dove spesso non viene neanche rispettato il setting terapeutico richiesto dallo specialista Neuropsichiatra, abbiamo bambini che peggiorano nonostante anni di terapie, il tutto certificato ai controlli del neuropsichiatra infantile Asl".

L'associazione porta il caso di una bambina di Vasto "peggiorata sotto ogni aspetto. La bambina, per via delle sue difficoltà mai trattate adeguatamente, ha da qualche tempo sviluppato uno stato di profonda depressione, si trova in quinta elementare con un programma di seconda elementare, non mangia più per i disturbi sensoriali mai trattati, non è in grado di vestirsi e svestirsi da sola, né di lavarsi da sola, non ha ancora superato la difficoltà dell'utilizzo del water continuando ad utilizzare il vasino per bambini piccoli, in corridoio e non in bagno,e non hai mai lavorato sul suo mutismo selettivo.Nell'ultimo periodo la piccola ha attacchi di panico e di ansia gravissimi con conseguenti svenimenti e si sta valutando addirittura ad un ricovero per nutrirla".

La presidente chiede alla Asl di Lanciano Vasto Chieti di "accogliere la nostra proposta evitandoci un ricorso, per il bene della piccola e di tutti i bambini che oggi vivono di disperati viaggi".

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