"Abbiamo appreso nel corso dell’incontro informale convocato solo a seguito di nostra esplicita richiesta, della volontà dell’amministrazione comunale di Chieti di procedere all’affidamento esterno del nido d’infanzia comunale “Il Riccio e la Volpe” in via Amiterno. A detta dell’Amministrazione detto servizio deve essere esternalizzato in base ad obblighi normativi previsti dalle procedure di “riequilibrio finanziario pluriennale”. Questo non è assolutamente vero".

La Cgil Chieti attacca la giunta Ferrara e sottolinea come "la previsione normativa infatti esclude, dal 2022, tassativamente i costi di gestione dei nidi d’infanzia nel calcolo dei servizi a domanda sottoposti al controllo per gli enti locali strutturalmente deficitari.
L’Amministrazione inoltre ha annunciato che nel corso di questa settimana adotterà gli atti per l’affidamento del servizio".

Il sindacato a sapeere di aver trasmesso una "formale diffida all’amministrazione ad adottare atti relativi all’affidamento del nido comunale “Il Riccio e la Volpe” senza aver adempiuto agli obblighi contrattuali e di legge in materia vigenti. Nella stessa nota abbiamo inoltre ricordato al sindaco e all’assessore che il decreto Buona Scuola, prospetta un diverso computo dei servizi educativi per l’infanzia ai fini della copertura tariffaria dei costi dei 'servizi a domanda individuale', prevedendo la graduale sottrazione degli stessi dai servizi a domanda individuale proprio in virtù della loro collocazione nell’ambito del sistema integrato di educazione e di istruzione da 0 a 6 anni.

Questa maggioranza pare abbia dimenticato di essere stata al nostro fianco quando abbiamo contestato il precedente, e per fortuna sventato, tentativo di esternalizzazione del nido di via Amiterno da parte del sindaco Di Primio. Siamo contrari alla esternalizzazione dell’unico nido a gestione diretta del Comune di Chieti ancor più in un momento in cui in ogni dove si riafferma la centralità del sistema integrato 0/6, con il rischio di disperdere un patrimonio di decenni in cui nella nostra città si è costruita la cultura dei servizi educativi dal basso, lavoratori e famiglie, spesso lasciate soli e nonostante l’incuria e l’incapacità di una classe dirigente che negli anni ha chiuso ben 5 dei 6 nidi comunali.

All’epoca lo dicemmo anche al sindaco Di Primio e quindi vista la situazione lo ripetiamo anche oggi, “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” e soprattutto ci vuole un capo villaggio che voglia fare scelte certamente non semplici ma sicuramente giuste".