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L'appello di un cittadino: riportare in auge il mitico gioco "Mazz e Cuzz"

Organizare attività legate al mitico gioco che spopolava tra i bambini tanti anni fa. L'appello di un concittadino agli imprenditori locali

Si chiamava "mazz e cuzz" ed era tra le attività ludiche più diffuse tra i bambini nelle strade e piazze delle città. Giochi di un tempo, oggi lontani anni luce da computer, smartphone e le varie tecnologie di cui dispongono i ragazzi del ventunesimo secolo. 

Un cittadino di Chieti, Lorenzo Cardone, ha lanciato l'appello a qualche imprenditore locale di "promuovere il progetto per l'organizzazione di manifestazioni e tornei di mazz e cuzz". 

Ma come si gioca?

Il vero nome del gioco è lippa e viene effettuato con due pezzi di legno, generalmente ricavati dai manici di una scopa, uno di circa 15 cm in lunghezza con le estremità appuntite (chiamato lippino ), l’altro lungo circa mezzo metro chiamato lippa: si traccia a terra un cerchio ed un ovale per posizionare il lippino. La tecnica consiste nel colpire con il pezzo lungo il pezzo piccolo su un’estremità per farlo saltare (questo il motivo delle estremità appuntite), quindi colpirlo. Si hanno tre tentativi, il gioco consiste nel lanciare il pezzo piccolo quanto più lontano possibile.

Il numero di concorrenti è variabile. La squadra che attacca dispone al centro di un cerchio di raggio pari alla lunghezza del bastone che si usa come mazza il bastoncino piccolo, affusolato, la lippa appunto; se ne colpisce un’estremità per sollevarla in aria e colpirla con forza una seconda volta per lanciarla il più lontano possibile.

La squadra che difende si dispone in modo da afferrare al volo la lippa, cosa piuttosto difficile, se vi si riesce il lanciatore è eliminato. In caso contrario dal punto in cui è finito il lippino, il difensore, tenendola in pugno poi la lancia cercando di colpire il bastone-mazza preventivamente posato dietro il cerchio in direzione del lippino; se viene colpito il lanciatore è eliminato (questa operazione si dice carare).

In caso contrario, gli attaccanti hanno tre possibilità per colpire e allontanare il più possibile il lippino dal cerchio dopodiché il lanciatore valuta ad occhio la lunghezza in bastoni-mazza del lancio effettuato, ossia tra il cerchio e il punto raggiunto dal lippino. Dopo i tre colpi l’attaccante chiede quanto il difensore offre, per esempio trenta bastoni: se l’attaccante accetta tale distanza, trenta, si ascrive il numero a punteggio. Se non accetta, si controlla se la valutazione è corretta misurandola; se il numero dei bastoni è superiore a trenta, per esempio 35, i punti ottenuti dagli attaccanti saranno il doppio del contato; se saranno meno, gli attaccanti prenderanno quello contato. Di solito si valuta sempre in difetto, ma caratteristica del gioco, in prossimità del finale, è anche rischiare. Finché la squadra che attacca non viene eliminata, continua a battere con rotazione dei giocatori.

"Nel tempo in cui i videogiochi hanno robottizzato piccoli e grandi, rinchiudendoli dentro quattro mura, senza più godere della bellezza della natura e della luce del sole, elementi fondamentali per la salute psicofisica - scrive Lorenzo Cardone -  è il momento  di riportare in auge un gioco molto divertente e coinvolgente, in cui l'abilità, la tecnica e riflessi hanno una componente assoluta".

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