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"Sì all'alta velocità, ma rispettando i territori": sindaci uniti nel confronto con Rfi sul raddoppio della ferrovia

I primi cittadini di Chieti, San Giovanni Teatino e Manoppello ribadiscono che agiranno insieme, con gli omologhi di Scafa e Alanno, per farsi portavoce delle esigenze dei cittadini che lottano contro la demolizione delle abitazioni

Uniti per dire sì all'alta velocità, ma non a queste condizioni. E stamani, nel corso di una conferenza stampa, hanno suggellato l'intesa già siglata pochi giorni fa durante l'incontro al municipio di San Giovanni Teatino e che si concretizzerà nel consiglio comunale straordinario convocato lunedì prossimo a Chieti, a cui è invitata anche Rete Ferroviaria Italiana.

Protagonisti i sindaci di Chieti, Diego Ferrara, San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente, e Manoppello, Giorgio De Luca, che hanno fatto il punto sul raddoppio del tracciato ferroviario insieme a presidente e vice presidente dell'assise civica teatina, Luigi Febo e Silvia Di Pasquale. 

“Agiremo insieme – hanno detto Febo e Di Pasquale – perché vogliamo innanzitutto avere una visione globale sul progetto e perché ci preme arrivare a un confronto sulle alternative possibili. Non metteremo in dubbio la finalità, tutti siamo perfettamente consci che si tratta di risorse eccezionali e di un’opera che serve ai nostri territori, ma su cui è indispensabile riflettere, a tutela degli investimenti, della sicurezza e delle esigenze dei cittadini. È indispensabile ascoltarli, il luogo migliore per farlo è di certo un consiglio comunale aperto come quello che faremo il 31 con i Comuni di San Giovanni Teatino, Manoppello, Alanno, Scafa e i consiglieri comunali, nonché esecutivo e consiglio regionale e i parlamentari dell’area. È indispensabile il confronto, perché vogliamo sottoporre a Rfi delle alternative ai tratti più impattanti, peraltro già vagliata da Rfi nel 2008 per l’Interporto, cosa che agevolerebbe anche il trasporto delle merci, aprendo una via diretta da e per Roma che ad oggi non c’è”.

“La velocizzazione - dice il sindaco di Chieti Ferrara - è una grande opportunità che nessuno vuole perdere e proprio per questa ragione ci siamo uniti per dare voce a esigenze concrete dei nostri territori. Mai come ora la sinergia istituzionale vale e sono certo che potrà essere replicata anche su altri argomenti di interesse generale, perché a prescindere dalla politica, lo sviluppo del territorio e i servizi sono cosa importante e che dovremo guardare in un’ottica sempre più ampia e sinergica. Parliamo di un progetto chiaramente improcrastinabile, indiscutibilmente utile, ma che va inserito in un contesto urbanistico, sociale e oggettivo che non può essere trascurato. Per questa ragione ci uniamo e abbiamo dato uno scenario ampio al confronto, affinché questo arrivi e perché in tempi brevi si capisca come ottimizzare competenze e lavoro”.

“Non vogliamo bloccare il progetto – conferma il sindaco di San Giovanni Teatino Di Clemente – ma modificarlo perché diventi attuabile, da questo nasce l’unione fra territori, questo verremo a ribadire al consiglio comunale che si terrà a  Chieti. A San Giovanni Teatino la battaglia è iniziata dal tempo del sottopasso ferroviario, opera di Rfi che fu bloccata dopo una mobilitazione forte. Il raddoppio, così com’è oggi concepito, sventrerebbe il nostro centro urbano già frammentato dalla presenza di altre infrastrutture, per questo dobbiamo trovare una soluzione alternativa che tenga conto delle nostre perplessità e delle istanze che possono rendere attuabile il progetto sul nostro territorio”.

“Anche Manoppello ha assunto una posizione chiara sul progetto – aggiunge il sindaco Giorgio De Luca – mobilitandosi con il consiglio comunale, affinché Rfi potesse considerare l’alternativa della variante dell’interporto. Non riusciamo a comprendere perché non se ne tenga conto, a fronte dell’eventualità, mantenendo la stesura attuale, di sbancare 60 abitazioni. Si tratta di un progetto vidimato da Rfi stessa, che risolverebbe i problemi anche del tratto di Brecciarola, su cui è indispensabile lavorare. I tempi sono strettissimi, il procedimento pubblico li scandisce in modo netto, bisogna agire in velocità e con la massima condivisione. Questo è l’intento di cui ci faremo portatori anche in seno al consiglio del 31 gennaio”.

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