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L'Aca: "Migliaia di interventi silenziosi contro le polemiche"

L'azienda acquedottistica rivendica il proprio impegno e invoca fiducia: "Stiamo lavorando per un piano di risanamento organico"

"Fino a oggi le reti hanno avuto molto poca attenzione: faceva più notizia inaugurare un depuratore o un nuovo tratto fognario invece di guardare le condizioni delle reti sottoterra. Oggi le reti sono a fine vita utile ed è ovvio che la corrosione delle tubazioni avanzi nel tempo e non diminuisca. Se si continua a fare le manutenzioni solo a rottura e a operare a macchia di leopardo, il costo delle manutenzioni aumenterà sempre di più. Ora i nodi sono venuti al pettine, ma la situazione che viviamo è il frutto esattamente di tutti, ma proprio tutti gli anni precedenti, a cominciare dalla realizzazione delle reti fatta dai Comuni". Così l'Aca risponde alle critiche e rivendica il proprio impegno sulla gestione delle reti acquedottistiche nei 65 comuni di competenza.

In Italia ad oggi si calcola che il livello medio di perdite idriche è del 40%. 

"La gestione di Aca richiede molto impegno - ricorda l'azienda -  oltre a dover realizzare e rispettare il programma di risanamento economico autorizzato nel Concordato, con strumenti di controllo di gestione, introdotti solo con questo nuovo CdA, e oltre a dover operare in contesto drammatico per tutti, perché anche Aca è fatta di persone e tra l'altro queste persone sono sempre di meno, e in contesto di siccità, oltre a tutti gli interventi di manutenzione e realizzazione di depuratori e dismissioni di Fosse Ihmoff, per l'efficientamento della prestazione ambientale, stiamo facendo la ricognizione dello stato delle condotte e la ricerca delle perdite per fare un piano concreto e pluriennale di ammodernamento delle reti e dei sistemi di misura.  Stiamo lavorando per un piano di risanamento organico, che non sia di parole, ma di numeri".   

Quanto alle tariffe, oggetto di polemiche anche a Chieti, l'azienda precisa che le stesse "rispondono ad una articolazione imposta dal garante nazionale Arera. Non sono tariffe per il consenso politico, ma tariffe che devono esattamente tenere conto dei costi di gestione del sistema".

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