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L’Abruzzo torna in zona gialla, il sindaco di Chieti: "Non abbassiamo la guardia”

Il primo cittadini e l’assessore Pantalone ricordano di rispettare le prescrizioni “non esponendoci al rischio di contagio”

Da lunedì 1 febbraio l’Abruzzo torna in zona gialla. Il sindaco di Chieti, Diego Ferrara e l’assessore al Commercio, Manuel Pantalone lanciano un appello alla cittadinanza chiedendo “il rispetto di regole e prescrizioni per mantenere basso il numero dei contagi”.

"Da domani le nostre vite potranno recuperare spazio e possibilità, ma dobbiamo agire tutti responsabilmente, perché tale condizione permanga il più a lungo possibile. Il ritorno in area gialla non suoni come un “liberi tutti”, la sfida vera è restare in giallo e dunque tenere basso e sotto controllo contagi, ricoveri e rischi, anche perché sul territorio il virus non si è fermato affatto. L’auspicio, dunque, è che attraverso il rispetto delle regole, tutte le azioni di contenimento non si allentino con le disposizioni che andranno in vigore da domani, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo vivendo, a un passo dai vaccini e, si spera, di un nuovo inizio per la vita e le nostre attività".


La raccomandazione va a tutti, in primis ai cittadini, perché evitino assembramenti, usino mascherine, non si espongano al virus, allentando la morsa dei contatti e dello svago.


Ai commercianti che potranno riprendere a pieno ritmo rinnoviamo una raccomandazione che è ormai metabolizzata, perché le loro attività si svolgano in sicurezza, al fine di restituire un respiro essenziale al comparto, ormai da un anno in preda a difficoltà e sofferenze. Da domani si potrà tornare anche in presenza nei ristoranti e bar dalle 5 alle 18, mentre l’asporto sarà consentito fino alle 22, ricordiamo che il servizio a domicilio è garantito senza limiti, quindi anche qui, si raccomanda la massima attenzione. Una premura d’obbligo, se vogliamo risollevarci e riattivare tutte quelle energie a cui abbiamo dovuto, nostro malgrado, rinunciare, ma che non possono più restare ferme, perché la comunità tutta ha necessità di riprendere il suo cammino di crescita e sviluppo.

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