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Abruzzo zona arancione, Marsilio non revoca l'ordinanza: "Intimidazione eccessiva, abbiamo usato senso di responsabilità"

Il presidente della Regione spiega che i dati abruzzesi sono nella media del Paese e rivendica di aver proclamato la zona rossa senza aspettare Governo e Cabina di regia

Nessuna revoca dell'ordinanza che classifica l'Abruzzo in zona arancione dopo la diffida dei ministri Boccia e Speranza. Lo ha detto il presidente della Regione, Marco Marsilio, in una conferenza stampa subito dopo la diffusione del contenuto della lettera degli esponenti del governo. 

"Io non voglio drammatizzare il conflitto con il Governo - ha aggiunto - ma francamente considero eccessivo, se non risibile, il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità penale rispetto ai contagi che deriverebbero da questo evento".

In merito alla minaccia di ricorrere alla giustizia, Marsilio ha spiegato: "I nostri legali stanno valutando il tono e i contenuti della diffida. Io non condivido questa posizione del ministro. Non condivido neanche questa lettura della norma e soprattutto ho il dovere di far prevalere le ragioni dell'Abruzzo".

Grafici alla mano, Marsilio ha rivendicato la validità delle sue decisioni. "Chiedere un giorno o due di minore permanenza in zona rossa - ha detto - non è un crimine. Peraltro, noi rivendichiamo di non aver dovuto attendere la burocrazia ministeriale per entrare in zona rossa e pensiamo di poter fare con lo stesso senso di responsabilità e buon senso, in un esercizio responsabile delle nostre funzioni. Si tratta di due giorni importanti per la tenuta economica: fossero stati due giorni qualunque non staremmo nemmeno a discuterne. È da una settimana che discuto col ministro in vista di questa scadenza".

Secondo i dati, l'Abruzzo ha un numero di contagi e un livello di occupazione di posti letto e terapie intensive nella media nazionale, per cui "pensiamo che la cura sia durata a sufficienza e abbiamo chiesto al ministro di considerarlo"; ma assicura il presidente, "così come apriamo, se i dati schizzano, noi siamo pronti a chiudere".

Poi, ha ricordato che durante la prima ondata, fu lui a istituire le zone rosse, tra cui quella di Caldari, a Ortona, "contro il volere del Governo". 

"Se a novembre non avessi fatto subito l’ingresso in zona rossa, che è stata la presa d’atto di una situazione epidemiologica e sanitaria che abbiamo affrontato con determinazione e tempismo - ha aggiunto - oggi non staremmo proprio parlando di rientrare in zona arancione tra oggi e domani, ma della prossima settimana e del rientro in zona gialla dopo Capodanno".

Ai cittadini chiede "di continuare a rispettare le regole, ai negozianti di farle rispettare, di dimostrare di meritarci questa libertà". 

Mentre procede lo screening in provincia dell'Aquila, questa settimana si inizierà anche in quella di Teramo: "Siamo la prima regione in Italia, dopo la provincia autonoma di Bolzano - ha chiarito Marsilio - che sta facendo questo setaccio su tutto il territorio".

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