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700 anni dalla morte di dante, un po' d'Abruzzo nella Divina Commedia

La citazione alla nostra regione nel VI canto del Purgatorio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Nel 2021 ricorre il settimo secolo della morte del sommo poeta Dante Alighieri, all'anagrafe Durante Alighiero degli Alighieri nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321; sarebbe bello ricordare il padre della nostra lingua italiana limitando il ricorso delle espressioni in altre lingue, normalmente usate e/o abusate nel comune linguaggio che quotidianamente usiamo, almeno per questo anno in cui celebriamo il settimo secolo della sua scomparsa.

Ci riusciremo? Bella sfida vedremo come andrà a finire, Dante fu oltre che un linguista, teorico politico e filosofo, un personaggio che segnò il trionfo della lingua italiana (volgare) su quella latina, accessibile ai soli aristocratici e che pertanto escludeva i più dal contesto culturale, infatti egli espresse nel suo "De Vulgari Eloquentia" la naturalezza della lingua volgare poichè è la prima che apprendiamo alla nascita, mentre tutte le altre le apprendiamo per necessità. Ma anche la nostra regione ha ispirato un'altra celeberrima opera di Dante "La Divina Commedia": nel VI canto del Purgatorio un tal Sordello Da Goito, signore dei feudi di Civitaquana, Paglieta e Palena così ispira il sommo poeta "Ahi Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta ".

Anche la nostra terra, quindi, ha un aggancio con il capolavoro letterario più importante della letteratura italiana di tutti i tempi.

Il dipinto della foto è dell'artista Maria Basile

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