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340 pensionati fra docenti e personale Ata, la Flc Cgil: "Serve programmazione, basta precariato"

Secondo la stima del sindacato nel Chietino ci saranno anche 990 studenti in meno, dalla scuola dell'infanzia alle superiori

Sono 340 i professionisti del mondo della scuola che andranno in pensione al termine di questo anno scolastico. È la stima della Flc Cgil, che ora chiede di programmare l’organizzazione, così da evitare ulteriori disagi. 

Secondo il calcolo del sindacato, nel dettaglio, a concludere la carriera saranno 231 docenti, 1 direttore dei servizi generali e amministrativi e 108 unità del personale Ata.

Per quanto riguarda gli insegnanti, 21 operano nella scuola dell’infanzia, 73 in quella primaria, 44 nella secondaria di primo grado e 93 nelle superiori.

Dal momento che questi sono gli ultimi giorni utili per chiedere i trasferimenti di personale docente e Ata, Flc Cgil chiede di far sapere loro “in quali scuole ci sono le disponibilità, in modo da fare una domanda che consenta di ottenere il risultato sperato. Anche se esiste un vincolo pluriennale per coloro che sono passati di ruolo negli ultimi anni o si sono riavvicinati alla sede richiesta, le domande di trasferimento in provincia saranno alcune centinaia”. 

Oltre al personale, anche il numero di alunni nell’anno scolastico 2021/22 subirà una riduzione di 990 unità rispetto a oggi. In provincia di Chieti frequenteranno la scuola da settembre 48.827 studenti, di cui 7.433 nella scuola dell’infanzia (-197), 15.439 nella primaria (-577), 10.279 alle medie (-177); 16.656 alle superiori(-90).

“I posti che si libereranno con i pensionamenti - spiega il sindacato - non saranno rimpiazzati dai precari o dai vincitori di concorsi. I concorsi banditi non sono stati espletati. Da tempo - incalza - sosteniamo che la scuola deve liberarsi dalla precarietà (ricordiamo che oltre il 25% del personale che lavora nelle scuole della provincia è a tempo determinato). Occorre una programmazione di medio periodo che consenta di mantenere gli organici stabili e fare in modo che le scuole possano contare su docenti che portano avanti la progettazione educativa per realizzare un curricolo verticale in grado di dispiegare pienamente i suoi effetti. Ci vogliono organici stabili, pluriennali che non possono variare ogni anno per effetto dei tanti supplenti o per la riduzione del numero di alunni”.

“Un primo passo avanti - prosegue il sindacato - è stato fatto con la conferma del numero di docenti per il prossimo anno scolastico, a fronte di una riduzione di 990 alunni. Ora occorre farlo per gli organici del personale Ata. In questo modo, si potranno dare le giuste risposte alle tante criticità emerse con la didattica a distanza  in tempi di pandemia. L’amministrazione scolastica - conclude - non sembra disponibile a garantire, alle scuole che lo hanno chiesto per la prima volta, il tempo pieno  alla primaria e il tempo prolungato alla secondaria di primo grado. Invece, ampliare il tempo scuola è il primo requisito per consentire di intervenire sulle difficoltà esistenti. Ed è anche il modo per tenere nella giusta considerazione le esigenze territoriali e garantire il diritto all’istruzione anche nelle realtà decentrate o nelle aree interne, oggetto di spopolamento ed anche di impoverimento formativo”.

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