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Un museo dannunziano a Chieti nella tipografia di Primo Vere: la proposta per i 160 anni del Vate

La sezione teatina di Italia Nostra celebra simbolicamente la ricorrenza, in attesa di promuovere la “visita guidata” alla Tipografia da salvare e far diventare un piccolo scrigno museale, a due passi da corso Marrucino

“Salviamo la tipografia Ubaldi che conserva i caratteri di Primo Vere”: è l’appello lanciato dalla sezione teatina di Italia Nostra, tramite il neopresidente Mario D’Alessandro, in occasione del 160esimo anniversario di nascita di Gabriele D’Annunzio (12 marzo 1863).

Una ricorrenza che Italia Nostra di Chieti ha intenzione di celebrare simbolicamente, in attesa di promuovere la già programmata visita guidata, impossibile per lavori in corso, insieme ad altre associazioni locali, alla tipografia di largo de Laurentiis, dietro corso Marrucino: chiusa dall’anno 2000, ma conservata con i suoi macchinari e le sue cassettiere, grazie alla cura di un ex dipendente tipografo, Tonino Incanta, ora in pensione, ma con il cuore lasciato lì. Un luogo da salvare e far diventare un piccolo scrigno museale, come dice D’Alessandro.

Il Vate d’Abruzzo divenne cittadino onrorario di Chieti il 24 giugno 1904, nel teatro Marrucino, in occasione della rappresentazione della tragedia
pastorale “La figlia di Iorio”. Il giovanissimo autore scelse la tipografia di Giustino Ricci per stampare, nel 1879, all’età di 16 anni, a spese del padre Francesco Paolo, la sua prima opera poetica creativa “Primo Vere”.

La tipografia Ricci, come ricorda una iscrizione su una colonna del Palazzo Mammarella in corso Marrucino, si trovava nel Palazzo Valignani, crollato nel 1913, e quando chiuse i battenti tutto il materiale tipografico, costituito tra l’altro, da cassettiere di innumerevoli tipi di caratteri, venne acquisito dal tipografo Giuseppe Ubaldi, che aveva aperto la tipografia in largo De Laurentiis, condotta poi dalla signora Ferdinanda Ubaldi vedova Zulli, scomparsa nel mese di aprile 2022 appena quattro mesi prima di compiere 100 anni.

Quando la Tipografia Ubaldi di largo De Laurentiis chiuse le attività, nel 2000, con la signora Ferdinanda Ubaldi andata in pensione, tutti i macchinari e le cassettiere coi caratteri tipografici vennero affidati a Tonino Incanta, che per una vita ha lavorato, con competenza e passione, nella tipografia diventandone il “nume tutelare”.

La visita guidata alla Tipografia che Italia Nostra ha in programma non appena saranno ultimati i lavori, vuole essere una prima iniziativa per coinvolgere le istituzioni, in particolare “Il Vittoriale degli Italiani” presieduto da Giordano Bruno Guerri, nella costituzione di un museo “Primo Vere dannunziano” per far conoscere il patrimonio tipografico utilizzato per stampare la prima opera di Gabriele d’Annunzio”. “La proposta di realizzare un piccolo museo dannunziano vide la luce oltre vent’anni fa, grazie alla disponibilità dell’allora assessore provinciale alla Cultura Gianfranco Conti, (in carica dal 1995 al 1999) che aveva avviato l’iter per far diventare la tipografia Ubaldi un “bene culturale”, pratica non condotta a termine per vari motivi burocratici e di evoluzione politica, di diverso orientamento” ricorda D’Alessandro.

L’iniziativa della sezione Italia Nostra di Chieti, vuole riprendere l’iter da dove si è interrotto. 

Le associazioni che già hanno aderito alla proposta sono le seguenti: Museo della Lettera d’Amore, Amici della Biblioteca “A. C. De Meis”, Fidapa, Noi del G. B. Vico, “Libridine”, ma l’auspicio è che l’elenco si allunghi sempre di più.
 

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