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Sulla Majella l' International Wolf Congress per la gestione del lupo

Il congresso internazionale porterà studiosi da tutto il mondo a trattare le tematiche inerenti il lupo, uno degli animali simbolo dell'Abruzzo. Sono molte le innovazioni apportate, come quelle della restituzione ai pastori dei capi di pecora uccisi da lupi.

Da mercoledì 6 novembre a Caramanico Terme si terrà l’International Wolf Congress. Questo sarà il convegno conclusivo del Progetto Life Wolfnet avviato nel 2010 finanziato dalla Commissione Europea. Nel paese nel cuore del Parco Nazionale della Majella sono attesi importanti biologi, ricercatori, naturalisti e veterinari provenienti da Stati Uniti, Canada e da 10 Pesi Europei, per 3 giorni di full immersion. I lavori si svolgeranno su confronti, sia tecnici che scientifici, sulla gestione del lupo in tutto il mondo. Risalgono a circa 40 anni fa l’emanazione delle prime leggi di tutela del lupo da noi in Italia. Fortunatamente appaiono lontani i tempi in cui il lupo da noi rischiava l’estinzione, anche se la convivenza con l’uomo non la si può mai dare con un fatto tranquillo e assodato.

A Sulmona,  oggi in preparazione all’apertura del congresso di domani, si sono riuniti i rappresentanti delle aree protette, delle regioni appenniniche, del ministero dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricooltura, il Corpo Forestale dello Stato, le Associazioni di categoria per siglare un patto che preveda forme di tutela e conservazione del lupo in Appennino e tracciare, in maniera congiunta, la strategia per la coesistenza tra lupo e uomo sulle montagne dell’Italia centrale.

“Gli esiti del progetto Life Wolfnet forniranno un contributo all’aggiornamento del piano d’azione nazionale sul lupo – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente, associazione partner del progetto e tra gli organizzatori del Congresso - il network istituzionale che si è costituito in questi anni si trasformerà in un network permanente per la condivisione di azioni, metodologie, conoscenze e attività per la tutela del lupo sull’Appennino. Stiamo lavorando all’approvazione di un documento finale di progetto che conterrà le linee guida per la gestione del lupo nei prossimi anni e che consegneremo al ministero dell’Ambiente come contributo al prossimo Piano d’Azione Nazionale”.

“Il progetto Life Wolfnet”, commenta Oremo Di Nino, Direttore del Parco Nazionale della Majella, “ha consentito di mettere a punto metodiche innovative sia per la prevenzione dei danni da lupo, sia per contrastare e ridurre l’uccisione illegale di questa specie protetta. A cominciare dai GOS, i gruppi operativi specialistici, che intervengono sulla scena del crimine come veri e propri RIS.“

I nuclei, ai quali fa riferimento Di Nino, sono composti dagli operatori dei tre parchi coinvolti - Majella, Pollino e Foreste Casentinesi- formati principalmente da uomini della Polizia provinciale dell’Aquila che intervengono con la Forestale sulle scene di ritrovamenti di lupo morti ed accertarne modalità di uccisione. Questi sopralluoghi dall’estrema professionalità consentono di trovare tracce e dettagli che possono far risalire alle cause e le modalità delle uccisioni degli esemplari. Le analisi di laboratorio vengono effettuate con il supporto di medicina criminale veterinaria.

Un’altra innovazione messa a punto è “il gregge del parco”. Pollino e Majella hanno costituito un gregge di pecore destinato al risarcimento degli allevatori che subiscono perdite di animale causate da attacchi di lupi. Questi risarcimenti avvengono in tempi rapidi: gli allevatori che denunciano l’uccisione di una pecora viene restituita un’altra prelevata appunto tra quelle del parco.

Fondamentali, infine, i “protocolli operativi per l’accertamento del danno”, che prevedono un standard condiviso dai tre parchi coinvolti nel progetto che non lascia dubbi interpretativi sulla natura della predazione, ossia se questa sia opera di lupo o altro. Una modalità operativa comune che consente di ridurre i tempi burocratici e quelli del risarcimento, ma anche di tracciare il quadro delle aree più vulnerabili e di prevedere misure di mitigazione adeguate al rischio di predazione da parte del lupo.

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