La lettera: "Avere un corso allo Scalo non elimina le ingiustizie tra Colle e città bassa"
Spettabile redazione, leggo la proposta del consigliere Di Paolo di realizzare a Chieti scalo un corso, come il corso Marrucino di Chieti alta. Intanto non è trasformando una semplice strada in un più nobile corso che si otterrebbe una reale parità di trattamento tra le due parti della città, ma eliminando alcune macroscopiche ingiustizie. Esempi?
Come mai cinque isole ecologiche a Chieti alta e solo una allo Scalo? Perché solo tre uffici postali (sempre intasati) nella città bassa e quasi il doppio sul Colle? Lo stesso dicasi per le farmacie, uffici e strutture pubbliche di cui ho già scritto. Per non parlare di alcune vie sempre dello Scalo che sono quasi al buio dopo le 20: via Capestrano, via Ortiz, via Amiterno nel tratto fino allo stadio Angelini. O delle due fontane presso la stazione da mesi senza acqua e in procinto di trasformarsi in discariche a cielo aperto. Quindi, con tutto il rispetto per il consigliere Di Paolo e le sue iniziative per così dire estemporanee, occorrerebbe distinguere i bisogni necessari degli abitanti da quelli superflui e battersi per la loro soluzione.