LA LETTERA Chieti al voto, possibile rinascita o stressante illusione?
Città moderna, città antica; città presente in questo tempo di trasformazioni e riflussi indolenti. Un certo Abruzzo resiste ancora lassù sulla collina; il riferimento anche se sbiadito rimane pressoché ancora visibile. Mentre sulla costa gli eventi si succedono con frenesia ed ossessione, lassù si gode l’ultimo sapore di un fasto antico, ma oramai scolorito. La strana inconsistenza degli ultimi respiri non lesina comunque ultime e decisive energie vitali; quest’organismo, nonostante tutto, è ancora vivo e reale.
Se sulla costa i lineamenti della Grande Pescara cominciano a produrre quel particolare fascino per l’attesa e quei comodi richiami ad un futuro ricco d’aspettative, sul colle non si registrano che numeri avvilenti, movimenti circolari ed auspici deprimenti. I dati ufficiali degli ultimi anni non descrivono che il triste quadro di una comunità che inesorabilmente invecchia (l’età media passa da 43 anni a 47), di una popolazione che diminuisce (gli abitanti passano da 55 mila a 50 mila), con una famiglia che perde ruolo sociale (da 30 mila a 23 mila) ed il numero dei coniuganti che arriva appena al 50 % della popolazione. Presenza straniera comunque stazionaria, se non addirittura in regresso rispetto all’andamento generale; scoraggiante invece il saldo nascite decessi: 300 nati su 600 decessi circa, la media di questi ultimi anni.
Il quadro economico segue ovviamente quello demografico; se nella città bassa tutto sembra legato all’andamento della crisi generale e delle dinamiche proprie della vallata fortemente condizionata dai grandi fatti della costa; nella città alta, risparmiando ogni turbamento per numeri umilianti, basta solo una vasca lungo il Corso per togliere ogni dubbio.
Tralasciando l’autonomia di un polo universitario e qualche altra libera iniziativa d’eccellenza, in città le attività legate all’ambiente e al turismo, allo sport e alla cultura, sembrano cristallizzate in un proprio tempo ed in un proprio mondo. Anche se tutto sembra inerte, slegato e distaccato dagli organismi attivi degli ambienti vivi circostante, la percezione di attendere il big bang di un nuovo tempo per uno slancio vero è concreto e tangibile soprattutto nelle giovani menti di un popolo ancora presente e connesso.
Chieti 2020, Teate MMXX: una città che finalmente rinasce o nel vortice di una triste e stressante illusione?
Nando Marinucci