Don Stefano Adriani incontra i suoi compagni di scuola a 52 anni dalla maturità
Grande personaggio Don Stefano Adriani, parte del grandissimo gruppo di ex ragazzi del V chimici sezione A diplomatisi all'ITIS nel 1966. Noi che quando ci incontriamo siamo felici, noi che per incontrarci facciamo chilometri, noi che ad ogni incontro ci sentiamo un po’ più giovani. Noi che viviamo in un mondo di ricordi, che diventano poi piccole storie, frammenti di vita, fantasie, malinconie e sguardi su ciò che il tempo non ha consumato completamente. La presunzione è quella di dirci: "Ragazzi noi non invecchieremo mai, noi che ogni volta che ci incontriamo ritorniamo un po’ più giovani, che per un attimo discorriamo tranquillamente di episodi o di personaggi incontrati nella nostra vita, parliamo tra di noi di aneddoti poco credibili, di 'mbriachi e 'mbriacature colossali e poi di gnoccolone eccessive e scollacciate, conosciute o che nel nostro immaginario abbiamo portato a letto ". Aneddoti, magari comici quanto commoventi frettolosamente accennati. Voglia di raccontarci, di sognare dando spessore al ricordo, restituendogli intensità per non lasciarlo sbiadire nella memoria. Quanta foga nel ricordare con un velo di nostalgia, quanti bei ricordi in bianco e nero, nelle fotografie portateci dalla D’Alessandro e noi, oggi, con la consapevolezza che non saremmo invecchiati mai subito a fotografarle. Oggi è stata un'altra giornata "storica" l'incontro dei compagni di scuola della gloriosa V chimici, sezione A 1966, della scuola industriale Luigi di Savoia di Chieti, col nostro compagno "specialissimo" Don Stefano Adriani, da 42 anni prete, venuto in Abruzzo a Casalincontrada per sposare una sua sorella. Ci siamo trovati a Brecciarola, all'hotel Enrica in via Aterno 441. Dopo le presentazioni e gli abbracci di rito abbiamo ascoltato una lezione chimica-spirituale di Don Stefano. La Trinità e la chimica, secondo il nostro amico, è come il legame indissolubile che unisce l'ossigeno con la vita, come il matrimonio, come un lui + una lei diventano un noi. Dopo aver ricordato quei compagni di scuola che non sono più tra noi, si è dato inizio alle libagioni e ai brindisi. Ci siamo infine salutati promettendoci di rincontrarci fra un anno, oppure in ogni momento che si decidesse di trovarci. Il gruppo, grazie anche ai buoni auspici di Stefano Spezzaferro e Anselmo Tomassetti, si è dimostrato compatto. Insomma era una classe speciale ed è rimasta specialissima anche a distanza di 52 anni.