Ad una ad una le chiese di Chieti chiudono
Leggo stamattina che anche la messa delle 11 a S. Domenico scomparirà, prevedibilmente anticipando la totale chiusura anche di un' altra chiesa storica cittadina.
A questo punto penso sia necessaria una seria riflessione, partendo proprio da questa ultima (in ordine di tempo) "punizione" per Chieti. Dai tempi del notissimo don Antonio Mariani, la messa delle 11 nella chiesa posta al centro del Corso è stata un appuntamento per tantissimi chietini del centro storico, un po' come la messa delle 12 in cattedrale. Un appuntamento anche mondano? Può darsi, ma l'appartenenza alla Chiesa cattolica non è anche condivisione e festa nella celebrazione eucaristica?
Questa scelta dissennata si aggiunge alla chiusura della chiesa della Civitella - di cui parleremo il prossimo giovedì 20 "in situ" - forse la più importante chiesa della città per le testimonianze storiche che racchiude - ed alla riduzione al silenzio di tutte le altre che, piano piano, stanno desertificando Chieti anche dei luoghi di culto. Un piccolo elenco rende bene la situazione: S. Maria Mater Domini, in disarmo, nonostante gli sforzi di un campione di francescanità come Padre Lorenzo Polidori; S. Francesco al Corso sbarrata, dimenticando ( o non sapendo - l'ignoranza non è una scusante ) che nel sito dell'attuale tempio i frati francescani costruirono una chiesetta quando era ancora in vita il Fondatore! Dunque, nel giro di qualche anno, la presenza antichissima dei Francescani (le Clarisse - prima chiamate Damianite, a Chieti dall'anno in cui S. Chiara fu canonizzata nel 1255 - sono agli sgoccioli) è praticamente scomparsa. Vogliamo aggiungere al conto la splendida chiesa di S. Gaetano - tra le pochissime in Abruzzo a croce greca e ricca di statue e stucchi del miglior Settecento locale, la chiesa di S. Agata, tra le più antiche (ariana?) della città, ed ormai spogliata di tutto, la chiesa della SS. Addolorata (ci sarà rimasto qualcosa, dentro?), mentre S. Chiara apre il minimo indispensabile (fino a quando?) e S. Raffaele (l'antica sede del Monte di Pietà) non è più officiata. Non me ne vengono in mente altre, ma mi viene in mente anche un'altra scelta che ha privato tantissimi, soprattutto anziani, della Messa natalizia di mezzanotte: il divieto di celebrazione, la "Notte Santa", nelle chiese non parrocchiali. La tradizione non è un fondamento della nostra Religione? E quanti di questi anziani hanno accettato di recarsi nella sede parrocchiale, rinunciano ad una (santa) abitudine?
Siamo tutti consaqpevoli della carenza di vocazioni, ma viene da chiedersi come mai gli ordini religiosi e le scuole cattoliche resistano in tanti altri centri della provincia - pur più piccoli di Chieti - mentre nel capoluogo muoiono di inedia. O di mancanza di cure.
A questo punto, considerando che si vanno chiudendo le chiese nelle quali le celebrazioni sono più affollate e, di conseguenza, si sopprimono le celebrazioni alle quali si tiene di più, viene da chiedersi che cosa stia succedendo e se - Dio non voglia! - questo no faccia parte di qualche disegno di cui il cosiddetto uomo della strada non capisce i termini. Le voci - maliziose - corrono in città e se a pensar male si fa peccato (forse soprattutto in questo caso), è anche assodato che spesso ci si azzecca.