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Covid e autismo, le linee guida della Regione: "Supporto a distanza alle famiglie, le uscite solo in casi eccezionali"

Pronto il documento prodotto dal Comitato tecnico scientifico regionale sull'assistenza socio-sanitaria a pazienti con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie. Ora verrà recepito in una specifica ordinanza


Sono giorni delicati soprattutto per le famiglie di persone con disturbi dello spettro autistico, nelle quali è necessario coniugare le necessità di non sospendere il percorso terapeutico dei pazienti con le misure di sicurezza introdotte per far fronte alla diffusione del contagio del Covid 19.

Oggi sono state delineate con precisione le linee guida sollecitate dall'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì e condivise con i componenti del tavolo tecnico regionale sull'autismo.  Il Comitato tecnico scientifico regionale per l'autismo, coordinato dall'Agenzia sanitaria regionale, ha infatti elaborato un documento sull'assistenza socio-sanitaria a pazienti con disturbi dello spettro autistico e alle loro famiglie.

Provvedimenti che ora verranno recepiti in una specifica ordinanza

"Le persone con disabilità, specie intellettive e del neuro sviluppo - spiega l’assessore Verì - non sempre sono in grado di assumere comportamenti consapevoli e idonei ad evitare o ridurre i rischi di contagio. Trattandosi, inoltre, di persone con particolari patologie correlate alla loro disabilità, rappresentano una popolazione maggiormente esposta al contagio. Pur dovendo tenere conto dell'indifferibilità e della necessità dei provvedimenti finalizzati a contenere la diffusione del fenomeno pandemico, e della maggiore necessità di tutelare le persone più fragili, abbiamo evidenziato la necessità di assicurare, nei limiti del possibile e nel rispetto della normativa nazionale e dei provvedimenti regionali, la continuità assistenziale a persone per le quali lo stravolgimento del percorso riabilitativo, unito alle disposizioni per il distanziamento sociale e l'obbligo di permanenza nel domicilio, rischia di comportare un severo peggioramento in termini di salute e qualità della vita, oltre che porre la famiglia sotto una pressione difficilmente sostenibile".

Di qui la messa in campo di una serie di misure, a partire dalla possibilità - da parte degli erogatori dei servizi ambulatoriali - di assicurare supporto all'utente e alla sua famiglia, attraverso modalità telematiche di monitoraggio e consueling, gestendo dunque il paziente a distanza e condividendo materiali di lavoro.

Oltre alle prestazioni ambulatoriali, restano sospesi anche i servizi extramurari e domiciliari. Nel caso fosse necessario garantire prestazioni indifferibili, queste vanno certificate dal medico specialista della Asl: spetterà quindi alla struttura erogante organizzare l'attività (anche con cadenze diverse da quelle normalmente previste) nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza anti contagio, prevedendo anche uscite programmate dell'utente.

Viene inoltre confermata la sospensione delle attività delle strutture semiresidenziali (centri diurni) La Asl, però, previa valutazione e certificazione da parte dello specialista (supportato, se richiesto, dalle Uvm, le unità di valutazione multidimensionali) e in accordo con gli enti gestori dei centri diurni socio-sanitari e sanitari, attivare interventi non differibili in favore delle persone con disabilità ad alta necessità di sostegno sanitario, sempre se la tipologia delle prestazioni e l'organizzazione delle strutture stesse consentano il rispetto delle previste misure di contenimento.

Inoltre, in casi particolari, ai pazienti per i quali viene rilasciato apposito certificato (anche per via telematica) da parte della Asl, è consentita l'uscita esterna dalla propria abitazione al fine di contrastare il rischio di aggravamento delle condizioni cliniche: è naturalmente permesso l'accompagnamento da parte di un familiare (munito di dispositivi di protezione individuale) e comunque sempre entro i limiti del territorio comunale di residenza o domicilio.

Il provvedimento, infine, raccomanda alle direzioni aziendali delle Asl a individuare, nell'ambito delle strutture Covid, aree specifiche da riservare all'isolamento o al ricovero di pazienti con disturbi dello spettro autistico. Questo nel caso non sia possibile garantire la permanenza in sicurezza nelle loro abitazioni per la presenza di familiari risultati positivi al contagio.
 

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