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Rabbia, amarezza e commozione: ecco perché il sindaco Di Primio si è dimesso

In consiglio comunale non c'erano i numeri per votare il bilancio, dunque la delibera è stata ritirata. E, alla fine, è arrivata la sofferta decisione

La lettera

Una sorta di "testamento politico", in cui Di Primio finalmente si rivela senza nascondersi dietro la diplomazia e, come aveva promesso, parla senza usare mezzi termini.

Una parte della maggioranza, facendo mancare il proprio apporto, ha reso inevitabile questa mia decisione. Avrei potuto forse contare su desistenze e ringrazio chi, per il bene della città, l'avrebbe consentito, ma io sono stato eletto con una coalizione di centrodestra. Oggi, quella maggioranza uscita dalle urne nel 2015, in aula non è più la stessa. Condizionata dall'esterno, parte di essa ha determinato la situazione che, raggiunto il suo acme con la impossibilità di approvare il bilancio adottato dalla giunta il 18 aprile scorso, mi costringe a prendere atto che non ci sono le condizioni per andare avanti.

Sono soddisfatto di quello che fino ad oggi abbiamo fatto e soprattutto sono orgoglioso delle donne e degli uomini che fino alla fine, con i pochi mezzi a disposizione e con i tanti problemi incontrati, hanno saputo portare avanti progetti inimmaginabili e iniziato a far rialzare la schiena ad un Comune piegato da una situazione economico-finanziaria difficile. Non tutti, evidentemente, hanno compreso il danno provocato oggi alla città con la loro assenza. Non aver approvato il bilancio neppure oggi, vuol dire danneggiare l'intera comunità, le ditte che aspettano di essere pagate dal Comune e ritardare una programmazione che se non rischia di essere cancellata - penso ai finanziamenti sul dissesto idrogeologico, quelli sullo sviluppo urbano etc. - di certo sarà in grave ritardo. 

Non senza amarezza, dunque, assumo questa decisione perché mai mi piegherò ai vecchi riti della politica, mai potrò accettare l'insipienza di una classe dirigente che non ha avuto a cuore il bene comune, ma ha guardato a quello particolare, men che meno posso pensare di accettare la viltà di chi si nasconde dietro a un dito e tira pietre.

Dopo la lettura, scatta un applauso da parte dei suoi: presenti Liberato Aceto, Nicoletta Di Biase, gli assessori Alessandro Bevilacqua, Mario Colantonio, Carla Di Biase, Maria Rita Salute e i consiglieri Fabio Di Pasquale, Stefania Donatelli e Nicola Rapposelli. A quel punto, Di Primio non riesce a camuffare un velo di commozione e si prende un momento per uscire dalla stanza prima di sottoporsi al fuoco delle domande dei giornalisti. 

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