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Rabbia, amarezza e commozione: ecco perché il sindaco Di Primio si è dimesso

In consiglio comunale non c'erano i numeri per votare il bilancio, dunque la delibera è stata ritirata. E, alla fine, è arrivata la sofferta decisione

Non ha nascosto la rabbia e l'amarezza per l'epilogo del suo secondo mandato, a poco meno di un anno dalla sua scadenza naturale, il sindaco Umberto Di Primio, che stamani, dopo un consiglio comunale andato a vuoto, ha ufficializzato le sue dimissioni di fronte alla stampa delle grandi occasioni (la diretta integrale della conferenza stampa è disponibile sulla pagina Facebook di Chieti Today). Una fine annunciata, ma non irrevocabile, nonostante lui si dichiari convinto e poco disposto a tornare sui suoi passi, dopo mesi di un tira e molla con i consiglieri di Forza Italia e con i vertici regionali del partito, fino a che, stamani, al momento di votare il bilancio previsionale, si è capito che il documento finanziario non avrebbe avuto i numeri per passare. 

Fino a ieri sera c'è stato un confronto serrato con gli esponenti regionali del partito di Berlusconi, ma non sono andati a buon fine e, a quanto pare, gli scontri sono stati accesi. Questa mattina, Di Primio non si è presentato in aula. È toccato al suo vice Giuseppe Giampietro, in assenza dell'assessore al Bilancio Valentina Luise, chiedere il ritiro di tutte le delibere ancora da approvare (la seduta era in seconda convocazione, ndc). Una richiesta appoggiata dal presidente del consiglio Liberato Aceto, fra le proteste della maggioranza, secondo cui spettava all'assemblea votare questa opzione. Così, dopo una breve interruzione, poco dopo le 10 è arrivato il sindaco in persona a chiedere il ritiro dei documenti. 

Ritiro accordato e la seduta è stata sciolta. Mentre tutti i capigruppo di opposizione sono andati dal prefetto a segnalare quella che, per loro, è stata una violazione del regolamento comunale, ossia la chiusura della discussione da parte del presidente Aceto, invocando le dimissioni del sindaco, Di Primio ha riunito i suoi, o almeno i "superstiti" dopo la defezione di Forza Italia. Poi, ha convocato la stampa, per annunciare, dopo una lunga dissertazione, quello che oramai era nell'aria: le sue dimissioni, firmate in diretta di fronte a telecamere e macchine fotografiche e protocollate immediatamente dopo. 

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