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Sanità, Regione fuori dal commissariamento ma maggioranza ko su riorganizzazione

In Consiglio approvato il documento del centrodestra che impegna D'Alfonso a ritirare il Decreto relativo al "Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016-2018"

Nel giorno in cui l’Abruzzo esce fuori dal commissariamento per il deficit sanitario, dopo 9 anni, il Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria ieri per discutere del Decreto numero 5/2016 del Commissario ad Acta sul Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016-2018, si è concluso con l'approvazione del documento presentato dal centro-destra che ne chiede il ritiro.

Quest’ultimo è stato approvato con 14 voti favorevoli e 13 contrari, il documento presentato dal Movimento Cinque Stelle non è stato invece approvato (la votazione si è conclusa con 13 voti favorevoli e 13 contrari), mentre la maggioranza ha ritirato il proprio provvedimento.

Grave per le opposizioni l’assenza del Governatore D’Alfonso. “Ha preferito stare nelle stanze romane piuttosto che venire in Abruzzo a presiedere un consiglio straordinario sulla sanità - commentano i 5 stelle - Le opposizioni hanno presentato due documenti entrambi richiedenti il ritiro del piano regionale sanitario proposto dalla maggioranza. L’Abruzzo - continuano - non merita di essere trasformato in una macelleria sociale da una politica sanitaria cieca che non guarda alle esigenze dei cittadini e che vede i pazienti abruzzesi come meri numeri. La maggioranza dopo questa grave sconfitta è stata costretta a ritirare il proprio documento perché certi di vederlo bocciato dall'opposizione che invece in aula ha presieduto con costanza e fino alla fine”.

Per il vicepresidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, “L’esito del voto è stato determinato unicamente da tre assenze giustificate: quella del presidente Luciano D'Alfonso, impegnato a Roma in un'importante riunione con il sottosegretario alla Presidenza Luca Lotti per iscrivere all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri l'uscita della Regione Abruzzo dal commissariamento della Sanità, quella dell'assessore Andrea Gerosolimo, impegnato per un'emergenza del suo assessorato, e quella di Camillo D'Alessandro, dovuta a motivi familiari urgenti e non rinviabili. Senza queste assenze – spiega - sarebbe stata una normale seduta con una delle 500 delibere normalmente votate, pur riconoscendo al tema della riorganizzazione sanitaria sul territorio un argomento di elevata sensibilità politica”.

Nel corso del Consiglio regionale Forza Italia, Abruzzo Futuro e Ncd hanno presentato un documento “contro i tagli senza senso del centrosinistra che di fatto determinano una vera e propria macelleria sociale. Pur comprendendo la necessità di una riorganizzazione più efficiente e di qualità della rete ospedaliera – spiegano i consiglieri del centrodestra - non si possono condividere le scelte operate dal Commissario D’Alfonso sia sul piano del metodo sia del merito”. Il centro-destra sottolinea infatti come l’azione fino ad ora intrapresa da parte del commissario ad acta ha portato alla chiusura dei punti nascita, al declassamento di alcuni ospedali, a presidi ridotti a postazioni medicalizzate del 118, al depotenziamento delle strutture delle aree interne, alla chiusura di molte guardie mediche e al sovraffollamento delle strutture esistenti.

“Per quanto riguarda la Provincia di Chieti, dove insisteranno tre ospedali di primo livello, non si può tacere il fatto che Atessa e Ortona, sprovvisti di Pronto Soccorso, diventeranno delle vere e proprie “dépendances” degli ospedali  di Lanciano e di Chieti, quest’ultimo già in sofferenza per quanto riguarda la mancanza cronica del personale.

Ad Atessa – spiegano ancora - è ancora molto confuso il destino del reparto di riabilitazione poiché  se da un lato si erano avute rassicurazioni da parte del dottor Mascitelli, direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale, durante la Commissione Sanità del 7 luglio scorso, della sua permanenza presso il nosocomio di Atessa, dall’altra  il dottor Flacco, direttore della Asl di Chieti,  si è espresso di tutt’altro avviso lo scorso 15 luglio durante un dibattito pubblico dichiarando che il reparto verrà trasferito ad Ortona. Riteniamo opportuno si faccia chiarezza sul destino del presidio ospedaliero teatino che svolge un ruolo fondamentale nel servizio dell’assistenza sanitaria verso la Val di Sangro dove insistono numerose attività industriali”.

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