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Politica

Ritiro deleghe, la lettera di Di Primio a Di Paolo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Caro Bruno,

lascia che inizi questa mia con un riferimento sportivo, pur avendo tu fatto l'arbitro, dovresti sapere che
l'unione della squadra è fondamentale per vincere ed affrontare le sconfitte. Da ciò discende che si vince
insieme e si perde insieme. Per capirci, non esiste, almeno per me: "abbiamo vinto, avete perso".
Non faccio la scelta preannunciatati ieri nel corso della riunione della maggioranza a cuor leggero e,
sinceramente, sono dispiaciuto che il percorso iniziato insieme debba interrompersi, ma non'ho nessun
rammarico, considerato che la causa di questo è ascrivibile solo ed esclusivamente all'affastellarsi delle
situazioni amministrative che appresso ricorderò e alla tua condotta.

Da mio vice sindaco hai continuato ad assumere iniziative politiche senza concordarle con me e che,
soprattutto, hanno messo in imbarazzo e cattiva luce l'Amministrazione; inoltre, il tuo non volermi dire se il
tuo movimento ha intenzione di stare con il centro destra nei prossimi appuntamenti elettorali, regione prima e comunali poi, anche alla luce della tua ondivaga partecipazione alle ultime consultazioni comunali, mi impedisce di averti ancora quale mio vice sindaco. A ciò, converrai con me, s'aggiunge la unanime sfiducia dichiaratati da tutti i partiti e consiglieri che compongono la mia maggioranza.
Non credo tu sia uno sciocco, anzi, sei sicuramente politicamente scaltro ed hai una importante
esperienza di vita sulla quale contare, tant'è che ieri, quasi fosse una sfida a tutti, hai dichiarato di aver creato ad arte l'ultima provocazione giornalistica per avere maggiore attenzione. Le prime considerazioni, ma soprattutto l'atteggiamento di sfida e per certi versi minaccioso che hai avuto ieri nei confronti dei nostri colleghi assessori e consiglieri, vilipesi con le populistiche tue esternazioni, eguali a quelle che usasti nei confronti dei dirigenti comunali e dei sindacalisti, mi impedisce di continuare il nostro rapporto politico così come era nato. Nessun rammarico, dicevo, perché già nella riunione avuta con il gruppo consiliare di Giustizia Sociale in occasione della revoca della delega al personale, maturata dopo la tua infelice uscita sui dipendenti comunali e sui sindacati, riconoscesti che considerazioni di carattere politico era opportuno sempre prima concordarle con me, considerato che l'indirizzo politico della giunta e dell'amministrazione sono io a darlo e nessun'altri.

Ahimè quell'impegno è durato poco e la smania di apparire populisticamente sui giornali, mai ti ho
sentito da vice sindaco proporre una soluzione ai problemi, ha portato alla tua ultima uscita sui costi della
politica, (chiaramente in mia assenza e senza avvisarmi di quello che avevi intenzione di fare) priva di
veridicità e lesiva dell'immagine di noi tutti, facendoci apparire come dei parassiti della società arroccati su
dorate poltrone. Spero ti sia reso conto della falsa rappresentazione della realtà che hai dato in pasto
all'opinione pubblica e del danno che hai fatto a chi seriamente lavora per la nostra città e all'istituzione
stessa che da vice sindaco eri chiamato a rappresentare.

Il danno d'immagine che hai procurato a noi tutti è incommensurabile. Il disappunto per la tua sortita
è ancor maggiore e te ne hanno dato conto tutti i partecipanti alla riunione di ieri che, andando oltre il mio
annuncio di volerti togliere la delega da vice sindaco, giudicando la tua attività di assessore, hanno chiesto che ti allontanassi del tutto dalla giunta.

Tornando al tuo attacco "alla casta", debbo dirti che non mi sento affatto un privilegiato (sono onorato di fare il sindaco della mia città), o uno che ruba l'indennità che mi viene riconosciuta, considerato 1* impegno che, almeno io, non credo poter dire lo stesso di te, quotidianamente metto nell'amministrazione della nostra città e nel ricercare soluzione ai problemi della gente.

Certo, tutti dobbiamo concorrere a ridurre la spesa pubblica, tutti dobbiamo avere una condotta
nell'amministrare e nell'essere amministratori più morigerata e per primi dobbiamo dare l'esempio. Per
primo io mi sono lamentato di costi che a volte sono apparsi elevati ed a volte inutili e per primo ho ridotto
spese che il nostro ente sosteneva, spesso affrontando io quelle spese per non gravare sull'ente. Ma la
soluzione ai problemi che abbiamo in città, nonché la riduzione dei costi della politica, non passa certo
attraverso la proposta del taglio del 50 % degli emolumenti, cosa peraltro non possibile come significatoti dal settore personale con la nota de! 18 ottobre 2012. Chiaramente nessuno ti ha mai impedito, né avrebbe potuto impedirti di versare il 50, ma anche il 100% dell'indennità da vice sindaco in favore di una associazione umanitaria o di altro soggetto bisognoso. L'avresti potuto fare e, cristianamente, l'avresti dovuto fare in silenzio, per te, in favore dei beneficiari, senza trasformare la cosa in propaganda populistica come ancora oggi devo leggere sui giornali.

Ti prego un po' di serietà e, soprattutto, non offendere chi la beneficenza la fa per davvero ed in silenzio come l'atto caritatevole richiede si faccia. Sono sicuro che la gente dimenticherà le tue boutade e ricorderà quello che per loro è stato fatto. E' questo che i cittadini ci chiedono, è questo il motivo per il quale gli italiani, non vedono, come tu hai fatto apparire, i Comuni quali centro di sperpero del denaro pubblico, ma quale primo fronte delle istituzioni ai quali fare riferimento. La gente nel sindaco, nel Comune, vede l'istituzione più vicina, vede la politica alla quale chiedere la soluzione dei problemi quotidiani, vede ancora, fin quando "cattivi politici-amministratori" non rovineranno anche la nostra di immagine, la politica per la gente ed il bene comune.

Tutto questo è vero se chi amministra, piuttosto che parlare, e rinfacciare colpe e responsabilità agli altri, si adopera per dare soluzione ai problemi dei cittadini. Caro Bruno, sai bene che per me, le soluzioni di cui parlo non sono le vuote (false) promesse di posto di lavoro, né i compiacenti piaceri in favore di questo o queir amico-elettore.

La politica, ma l'intera nostra società, vivono un momento difficilissimo dove vengono a mancare i
punti di riferimento valoriali, dove l'etica e la morale comportamentale sembrano essere cosa che appartiene a pochi, dove le famiglie sono per davvero in difficoltà ed in ragione di questo, non meritano d'essere illuse con roboanti annunci o populistici ed irrealizzabili proclami. In tal senso, pensando alle tue uscite, mi viene in niente il Vangelo di Giovanni: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra...". Senza alcuna polemica, lascia che ti dica che prima di fare esternazioni o addirittura di puntare il dito contro gli altri, come tu spesso fai, ci si dovrebbe sempre prima chiedere la opportunità o meno di dire e fare certe cose, recte, se certe cose si possono dire o meno fare e dire. Ed allora, come non stigmatizzare che, a differenza mia e della maggior parte di quelli che tu minacci di esporre ad una raccolta di firme ove non seguissero il tuo esempio, tu di "privilegi e prebende" che derivano dal fare politica sei profondo conoscitore?

Infatti, non che abbia fatto nulla di illegittimo, ma non credo sia stato opportuno che tu proprio
facessi la morale sui costi della politica considerato che da consigliere regionale hai potuto contare su uno stipendio annuo di 104.000 euro (euro più, euro meno. Sai bene che il sindaco di Chieti ha un emolumento di più o meno 2.800 euro netti al mese), su altri benefit legati alla carica che noi comuni mortali a volte neppure immaginiamo, uno su tutti il vitalizio regionale che prenderai cumulandolo alla tua pensione al raggiungimento dei sessantacinque anni, nonché sulla possibilità di fare nomine in enti e consorzi (prerogativa che credo tu abbia esercitato).

Ora, parlare tu, vice sindaco, col passato politico appena ricordato, alla luce delle puntuali
contestazioni mosseti da tutti ieri sera di "pseudo-amministratori", riferendoti a chi non ha condiviso la tua
uscita teatrale. Parlare tu alla luce di quanto appena ricordato di "meri privilegi della casta" in riferimento
alle poche centinaia di euro che mensilmente prende un consigliere, quando tu, dopo aver percepito un lauto stipendio dalla Regione (centomila euro all'anno) ai tuoi sessantacìnque anni avrai un vitalizio mensile di oltre 2.000 euro dalla Regione, mi sembra proprio un fuor d'opera. Insomma per dirla con un andante popolare, è come il bue che da del cornuto all'asino.

Lasciando stare però la vicenda della casta, come la chiami tu, in riferimento al tuo secondo
appuntamento con la stampa sul tema, stigmatizzando come dal 17 ottobre, tu mio vice sindaco, non abbia neppure sentito il bisogno di interloquire con me, almeno per spiegarmi le ragioni di queste uscite contro tutti e tutto, per evitare che tu venga santificato, posso solo immaginare quello che (anche legittimamente) farai dopo la mia decisione, per evitare che da solo ti dichiari beato " San Bruno martire della casta", voglio consegnare a te ed a quanti leggeranno questa lettera (i componenti della maggioranza cui è indirizzata), le ragioni della mia decisione che, tutto sommato, è solo stata rinviata rispetto ad aprile quando ti ho tolto la delega al personale e, forse, avrei dovuto fare anche altro.


Per esser da subito chiaro, il motivo della revoca della delega di vice sindaco è dato dal fatto che la
persona che dovrebbe sostituirmi in caso di mia assenza, la persona a cui è affidata la guida della
amministrazione ogni volta che io non sono presente, non può, ogni volta che io mi assento, fare uscite
populistiche sulla stampa puntando il dito contro gli altri, auto-deresponsabilizzandoti totalmente come se tu, non fossi parte di questa amministrazione di centrodestra. Insomma, quel rapporto fiduciario, quel legame fatto soprattutto di lealtà, di rispetto dei ruoli, che non può non mancare tra sindaco e vice, è tra noi venuto meno.

Per questo, nessun accordo politico o elettorale può costringermi ad avere quale mio alter ego, quale
mio vice, una persona verso la quale non v'é più la fiducia di cui ho detto ma, neppure, dopo la riunione di
ieri, per quanto di secondaria importanza rispetto alla mia, non v'è più la fiducia della maggioranza.
Quanto alla delega assessorile che ancora ho voluto lasciarti, da subito, alla luce della posizione da te
presa ieri in assemblea, in aperto contrasto con tutti i gruppi consiliari, mi riservo di decidere non senza
averti però prima espresso il mio pensiero sulla tua attività amministrativa, anche per consentirti, magari con uno scatto d'orgoglio, di prendere tue spontanee decisioni.

Mi basterebbe, per ripercorrere la tua presenza in giunta, non che tu abbia da solo le colpe per le
cose che non vanno, pensare alla gestione della delega al personale che fino ad aprile scorso hai avuto.

Di questo tuo passaggio al terzo settore posso ricordare i concorsi che abbiamo dovuto annullare, i messaggi mandati alla gente con i quali ti mettevi (giustamente ma inopportunamente) a disposizione per informazioni sugli imminenti concorsi, o la scelta di assegnare certo personale a taluni uffici, piuttosto che ad altri.


Converrai con me che non era opportuno, come ti scrissi, tenere presso la tua stanza da assessore uno dei vincitori di concorso che prima era stato tuo collaboratore in Regione e che era ed è legato a te per altre questioni. Posso ricordare la tensione con il personale e con i sindacati grazie alle tue inopportune ed offensive dichiarazioni sulla stampa, così come la mancata revisione della pianta organica. Avrai fatto anche cose positive, ma non mi vengono in mente forse perché ordinaria amministrazione.
Quanto alle altre tue due deleghe, i rapporti con il consiglio ed i servizi cimiteriali, mi limito a dire
che in conferenza dei capigruppo non ricordano una tua partecipazione, così come i rapporti con il Consiglio Comunale non credo ci siano stati, se è vero come è vero che sono sempre dovuto intervenire io per raffreddare tensioni ed organizzare i lavori dello stesso.

Nella gestione del cimitero, tua delega per così dire operativa, in due anni e mezzo non abbiamo
potuto apprezzare interventi degni di menzione se non quello, negativo, di un piano di azzonamento più volte portato in Consiglio Comunale, ma mai approdato al voto a causa di una serie di manchevolezze.
Infine, ma non per ultimo, ti faccio questa considerazione essendo tu capo di un partito. Mio
malgrado, debbo evidenziare l'atteggiamento del tuo movimento che, se a Chieti conta il vice sindaco di
centrodestra, a Francavilla ai Mare e Vasto sostiene e partecipa a governi di centrosinistra. Orbene, sarai
d'accordo con me che, seppure movimento civico, è imbarazzante quanto inopportuno che Giustizia Sociale garantisce l'appoggio politico ad amministrazioni di centro sinistra come quella di Francavilla al Mare e quella di Vasto, schierate contro Chieti sulla questione province, così come sulla vicenda legata alla presenza di Chieti nel comitato ristretto dei sindaci della Asl.

Per tutto quanto sopra, credimi, non senza rammarico, mi vedo costretto a ritirarti la delega da vice
sindaco e a preannunciarti che, alla luce di quella che sarà la tua condotta nei prossimi giorni, oltre alle
valutazioni di carattere politico che andremo a fare, di riservarmi di decidere anche rispetto alla permanenza
in giunta, per il tramite della tua persona, di G.S..
Cordialmente

 

Umberto Di Primio

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