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Fondi per i danni della grandine all'agricoltura: scoppia la polemica per l'esclusione del chietino

Il Pd accusa la giunta Marsilio di aver sottovalutato i danni, mentre l'assessore Febbo controbatte che ci saranno delibere ad hoc per i danni ai privati

Scoppia la polemica sui risarcimenti per i danni causati dalla grandinata dello scorso 10 luglio. Una decisione della giunta regionale, infatti, ha escluso la provincia di Chieti dall’erogazione dei fondi: si tratta della delibera numero 575 del 30 settembre.

“Un’esclusione inspiegabile - attacca il capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Silvio Paolucci -  alla luce del fatto che l’atto prevede invece per altri territori risorse per un ammontare di 7 milioni di euro per i danni provocati all’agricoltura dal maltempo. Eppure, in vaste zone della provincia di Chieti il settore è stato messo in ginocchio da quella grandinata senza precedenti e dalla pioggia”.

Difficile dimenticare quella giornata drammatica: in tanti, anche nella nostra provincia, subirono danni alle abitazioni, alle auto e moltissimi agricoltori vennero piegati in ginocchio dai danni alle coltivazioni.

Ma l’assessore Mauro Febbo assicura che l’opposizione abbia “alzato un polverone per nulla” e che il chietino non sia stato escluso dai risarcimenti.

“L’atto approvato in giunta il 30 settembre scorso - precisa - prevede uno specifico riconoscimento per i soli danni al mondo agricolo, tra l’altro per soli tre comuni di  un specifico territorio, causati dalla grandinata del 10 luglio. Tutt’altro iter sarà seguito per le richieste dei risarcimenti avanzate dai tanti Comuni e privati sempre per la violenta grandinata di quest’estate”.

Insomma, secondo le precisazioni dell’esponente della giunta Marsilio, la Regione firmerà altri documenti per provvedere a risarcire i danni ai privati. “Per ottenere il riconoscimento del danno (agricolo) e vedersi assegnare il contributo (cosa peraltro non ancora avvenuta) - spiega ancora Febbo - è necessario capire il quantum e le condizioni di danno che giustificano le delimitazioni ai fini del riconoscimento, ossia  bisogna che gli uffici regionali e comunali attestino un danno di oltre il 30% del Plv (Produzione Lorda Vendibile) estesa a tutto il territorio comunale e non solo sulle singole aziende o porzioni di territorio, elementi fondamentali”. 

Ma per i segretari del Pd del vastese, l’esclusione della provincia di Chieti “è uno schiaffo alle imprese agricole e ai cittadini”, visti gli ingenti danni subiti anche in questo territorio, al punto che il sindaco di Vasto Francesco Menna scriverà alla Regione per portare avanti gli interessi dei suoi concittadini.

E le rassicurazioni dell’assessore Febbo non bastano a spegnere la polemica. “Se Febbo ha ricordato che per avere accesso al risarcimento e' necessario che gli uffici regionali e comunali attestino il danno oltre il 30% della Produzione Lorda Vendibile, proprio il fatto che ciò nel chietino non sia avvenuto è sconcertante - commenta Paolucci - visto "il 47,51% stabilito nella altre zone interessate”.

Per l’esponente di minoranza, dal momento che la provincia di Chieti ospita il maggior Pil agricolo della Regione, con coltivazioni di vite, olivo, frutta e ortaggi, appare strano che si sia “creata l'impossibilità di ricevere aiuti per ripristinare strutture, colture e mezzi. Alla luce di questa valutazione, diventa indispensabile verificare cosa abbia generato questa disparità di valutazione, vagliando meglio la documentazione delle segnalazioni dei danni. Se si trattasse - incalza - di una inspiegabile sottovalutazione dei danni, significa che non ci sono state sufficienti ricognizioni sul territorio da parte degli organi competenti”, cosa che testimonierebbe “un'altra incredibile superficialità di un esecutivo che solo in campagna elettorale ha giocato la carta della vicinanza ai territori, per scomparire nel momento del bisogno”.

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