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Riordino delle Province, botta e risposta tra Chieti e Lanciano

E' polemica tra Febbo e Nasuti dopo che il consiglio comunale teatino ha votato un documento a salvaguardia dell'attuale capoluogo di Provincia, dove si sottolinea che il chietino ha il Pil più alto della regione e vanta il 67% di export sul totale abruzzese. "Merito", però, dell'area frentana

Lanciano attacca, Chieti risponde. E' polemica tra le due città dopo che il consiglio comunale teatino ha votato un documento a salvaguardia dell'attuale capoluogo di Provincia, nel quale si sottolinea che il chietino ha il Pil più alto della regione e vanta il 67% di export sul totale abruzzese. Dati che però riguardano più che altro le aree del frentano, della Val di Sangro e del vastese. Ora il documento verrà inviato ai 104 Comuni della Provincia affinché lo facciano proprio. Ma la questione non si esaurisce qui. Anzi, l'argomento fornisce l'assist per rispolverare vecchie ruggini tra due centri che si sono sempre guardati con sospetto. Apre le danze il consigliere regionale Emilio Nasuti, originario di Castel Frentano e dunque molto attento alle esigenze di quel territorio che da Lanciano si snoda verso l'interno: "Se facciamo riferimento solo al campanile e all'attaccamento alla propria città, riesco a condividere i contenuti del documento approvato dal Consiglio comunale di Chieti. Ma questi atteggiamenti rischiano di pregiudicare i processi di riforma dell'organizzazione degli Enti locali in Abruzzo. Non si può giocare solo in difesa".

Nasuti rilancia l'idea del Comune unico Chieti-Pescara, comprendente gli attuali Comuni di Chieti, Pescara, Francavilla al Mare, Montesilvano, Spoltore e San Giovanni Teatino, e sottoporrà questa proposta sia all'attenzione del Cal (la cui prossima riunione è convocata per il 7 settembre) sia al Consiglio regionale. Non si è fatta attendere la replica dell'assessore Mauro Febbo, teatino doc: "L'odg approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Chieti evidentemente non è stato compreso da Nasuti, che ha travisato l'indirizzo reale del documento che tende alla tutela dell'intero territorio provinciale. Non si tratta di campanilismo: si è rimarcato il rispetto della Legge. E' improponibile la proposta di una maxi fusione in virtù del fatto che le aree metropolitane sono stabilite secondo legislazione nazionale: non si possono prevederne altre". E poi: "In un ipotetico maxi conglomerato urbano a risentirne sarebbe tutto il territorio provinciale; in qualunque ipotesi di riordino, l'azione politico-amministrativa deve essere volta alla difesa dei 104 Comuni che da un'eventuale fusione vedrebbero, specialmente i centri urbani più grandi, un ridimensionamento degli uffici".

E il vicesindaco di Lanciano Pino Valente, che ha sempre parlato di "scippi" ai danni della sua città promuovendo perciò l'autonomia frentana, dà man forte a questa diatriba: “Chieti non dovrà essere il capoluogo di nessuna Provincia futura. Non è ipotizzabile premiare ancora una parte del territorio abruzzese che negli anni, grazie a certi politici noti a tutti, ha pensato solo ed esclusivamente a soddisfare gli interessi di pochi a scapito della collettività, specie dell'Abruzzo meridionale, da Ortona in giù per capirci. Per questo intendo stigmatizzare il comportamento di tutta una classe politica che, ancora una volta, sta pensando solo a sé e non al bene della collettività”.

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