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Pericolo cinghiali, nessuna soluzione in Commissione

Per il Pd nessuna proposta concreta da parte della Commissione consiliare “Agricoltura, caccia, pesca ed aree interne” per drenare il problema dei cinghiali presenti nel territorio provinciale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

“Dopo 2 anni abbondanti di amministrazione attiva siamo ancora in attesa di conoscere quali proposte il consigliere delegato alla caccia, Giovanni Staniscia, ha da farci per porre un limite all’alto numero di cinghiali sono presenti nel territorio provinciale e che notevoli danni ancora producono alle coltivazioni agricole ed ai mezzi che transitano sulle strade”. Così esordisce il capogruppo del P.D. Camillo D’Amico dopo che ieri, nella lunga ma infruttuosa riunione della commissione consiliare “Agricoltura, caccia, pesca ed aree interne”, appositamente convocata su richiesta formale di tutti i gruppi di minoranza, dalla quale non è uscita alcuna proposta concreta su come drenare e limitare l’esponenziale numero di ungulati che, sempre più spesso, generano pericolo pubblico per l’incolumità delle persone.

“Siamo rimasti stupiti ed allibiti nel sentire l’ennesima professorale analisi sulle cause ma senza però ascoltare una benché minima iniziativa terapica verso un problema che diventa sempre più preoccupante che l’amministrazione Di Giuseppantonio sta completamente sottovalutando e verso la quale però i cittadini attendono soluzioni concrete. Nell’attesa che il consigliere delegato produca qualche idea geniale, nel frattempo, gli agricoltori contano i danni alle produzioni agricole e molti automobilisti lamentano quelli delle loro macchine senza comprendere chi ne pagherà le riparazioni – continua il consigliere Antonio Tamburrino ex assessore delegato nella giunta Coletti – Hanno fatto la campagna elettorale, estorcendo il voto ai cacciatori, demolendo quando di buono avevamo costruito con la stesura di un regolamento che legava il mondo venatorio al territorio per tutelarlo e manutentarlo, garantiva un perfetto equilibrio tra fauna selvatica e produzioni agricole, aveva il principio della sperimentabilità e della verifica. La sospensione fu adottata, con  motivi d’ urgenza, in uno dei primi consigli provinciali della corrente legislatura ma poi niente più nonostante il volume delle richieste di danni e risarcimenti è in costante crescita esponenziale”.

Così conclude Tamburrino: “Il senso di responsabilità e l’attaccamento ai problemi del territorio ci porta ad un impegno teso a non abbassare la guardia e, per questa ragione, non escludiamo una nostra unilaterale iniziativa a proporre soluzioni verso la quale ci misureremo nel merito con la maggioranza dalla quale riceviamo solo silenzi imbarazzati”.
 

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