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L'opposizione contro il primo cittadino: "L’avvocato Di Primio denuncia pubblicamente il sindaco di Chieti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

“Io ne ho una per tutti” dice oggi, all’approssimarsi della tornata elettorale, il sindaco di Chieti nel denunciare a mezzo stampa, però, presunte raccomandazioni nell’assunzione del personale della Teateservizi. Evidentemente egli ne ha una anche per se stesso, giacché nel rendere pubblica una notizia di reato evidenzia (con una leggerezza che sorprende, considerato il titolo che accompagna le sue firme) l'omissione di cui un pubblico ufficiale incorre in tali circostanze. Per cui se è vero che il fatto reato che NON ha voluto tempestivamente denunciare è ormai prescritto, è vero pure che è da verificare se la previsione cui avrebbe dovuto adempiere, nell’ulteriore ruolo delineato per un primo cittadino, possa esserlo altrettanto. Sicuramente ci sono, e ci saranno autorità preposte a sciogliere questo dubbio, diciamo!

Non è nel suo stile fare politica con denunce e querele, si dice. Ne deduciamo che il modus operandi ritenuto consono e corretto al fare politica, è quello del tacciare di fatti illeciti l’opposizione comunale (e con esso i consiglieri comunali rappresentativi dell’area politica al governo all’epoca dei fatti riportati) che nella sede di massima espressione del principio democratico cui si conforma un Assise comunale, lo ha semplicemente messo di fronte all’evidenza della sua fallimentare ed inconcludente, nonché decennale, amministrazione. Inutile ribadire quali e quante siano le manchevolezze contrapposte a quello che si può definire “bilancio di fine mandato”, che pure il sindaco ha voluto proporre, in luogo della discussione sulla modifica del regolamento comunale (di fatto evitato grazie al ritiro della celibera da parte degli alleati dell’Udc) che avrebbe immediatamente consentito la rateizzazione della Tari. Al netto della registrazione del consiglio comunale del 25 c.m., e per semplice brevità, possiamo dire che c’è la realtà di piazza S. Giustino a rendere incontrovertibile testimonianza del “buon governo” della giunta Di Primio.

Umanamente comprendiamo il nervosismo e l’isteria del Sindaco, che a fronte dell’azzeramento del suo consenso personale da parte dei teatini, ha dovuto trasmigrare verso altre appartenenze in mancanza di fiducia e credito dei suoi storici alleati e (ex) colleghi di partito. Lo abbiamo sentito dirsi amareggiato nel rimpianto del non poter essere lui il Sindaco che inaugurerà le opere in cantiere per Chieti derivanti da Masterplan, bando Periferie e fondi strutturali 2014-2020! Gli suggeriamo di consolarsi e crogiolarsi nel ricordo dell’essere stato lui quello che con la fascia tricolore ha inaugurato i parchi gioco comunali, o il consolidamento sismico delle varie scuole cittadine, o ancora il restyling della Villa comunale, tra le altre cose, allorché è succeduto alla giunta che oggi, dopo 13 anni, improvvidamente accusa.

E’ uno spettacolo molto triste quello, per l’ennesima volta, offerto dal sindaco teatino che avrebbe dovuto rendere “Chieti protagonista”. Gli attori della pantomima messa su per la Teateservizi vede, da un lato, la chiamata in causa di un ignaro ex dirigente, dall’altro i dipendenti che per quanto in proroga fino a giugno, non hanno contezza di quale sarà il proprio futuro professionale e, cosa ben più grave, in mezzo i cittadini di Chieti che vedono andare in fumo una celere possibilità di rateizzazione delle tasse comunali proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno. Il maldestro ed indiscusso regista dello spettacolo, però, è proprio quel Comune socio unico della società partecipata tanto criticata, ma mai adeguatamente controllata ed indirizzata verso una gestione efficiente ed efficace, sulla quale periodicamente si rimbalzano incompetenza ed incapacità, salvo poi constatare che il tasso di inadempienza contributiva è tale dall’aver fatto più volte inveire il sindaco contro gli stessi cittadini di Chieti. Sfugge la logica di tali argomentazioni, che si possono leggere in un’ottica di giustificazione ed autoassoluzione, pessima, del proprio operato politico-amministrativo.   

Dal canto nostro, con amarezza, ammettiamo di non essere sorpresi dall’atteggiamento di chi oggi dice che sapeva, ma che non ritenuto fosse nelle sue prerogative e doveri denunciare nelle sedi deputate, poiché già in passato abbiamo assistito a fatti tristemente noti. Siamo certi di non dover essere noi a cassare la distrazione e la disattenzione del sindaco Di Primio per quanto avviene nei luoghi che è chiamato a dirigere e rappresentare: i migliori giudici saranno sicuramente quegli elettori cui, è evidente, si sta rivolgendo col solito piglio propagandistico dell’uomo forte, che con una battuta e per sdrammatizzare, potremmo definire “che non deve chiedere mai”.

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