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Decreto sanità, per Febbo era noto alle cliniche prima che ai consiglieri regionali

Il presidente della commissione di vigilanza porta altri documenti in procura e chiede alla Asl di bloccare i trasferimenti dei posti letto

C'è un'integrazione all'esposto presentato in procura pochi giorni fa dal presidente della commissione di Vigilanza regionale Mauro Febbo. Il consigliere regionale ha portato in procura nuovi documenti e approfondimenti contro il decreto numero 4, firmato l'11 gennaio dal commissario ad acta alla Sanità Luciano D'Alfonso, sul trasferimento di alcuni posti letto delle cliniche Villa Pini e Spatocco a Villa Serena (Città Sant'Angelo) e Pierangeli (Pescara). 

Già ieri (mercoledì 20 gennaio), Febbo aveva fatto notare il fatto che solo dopo diverse insistenze è stato mostrato ai consiglieri il decreto avente ad oggetto la "Cessione del ramo di azienda “Villa Pini” dalla società Casa di cura privata Santa Camilla spa alle Società Casa di cura privata Villa Serena srl e Synergo srl – presa d’atto – voltura dell’accreditamento predefinitivo e autorizzazione al trasferimento e alla riorganizzazione delle attività".

Inoltre, spiega, "mi è stata recapitata copia dell’istanza presentata in data 4 gennaio 2016 presso gli Uffici del Comune di Chieti per chiedere la modifica dell’autorizzazione all’esercizio da parte di Synergo srl". Ossia il documento con cui si chiede di far diventare spatocco una casa di riposo. "Leggendo i due documenti, decreto e istanza – punta il dito Febbo – è evidente il richiamo a passaggi molto similari che potrebbe portare a malignare sul fatto che parrebbero essere stati scritti dalla stessa 'manina'. Nella istanza di Synergo srl datata ben 7 giorni prima - aggiunge - già si conoscevano i contenuti del Decreto stesso , datato 11 gennaio che è stato reso ufficiale però solo ieri, 20 gennaio. Mi auguro che gli accertamenti non portino a scoprire che sia stato consegnato e/o reso pubblico ai “privati” prima che agli Organi ufficiali della Regione Abruzzo". 

In sostanza, secondo il consigliere, le cliniche avrebbero saputo in anteprima di quanto stabilito dal decreto, in modo da potersi già organizzare con il trasferimento dei reparti e del personale: i pazienti sono stati dimessi e poi nuovamente ricoverati nelle nuove destinazioni. "A questo proposito - dice - non mi risulta che, a oggi, il Comune di Chieti, da notizie informali neanche Pescara e Città Sant’Angelo, abbia rilasciato alcuna autorizzazione". Ecco perché ha rivolto formale richiesta alla direzione generale della Asl per bloccare l'attuazione del decreto della discordia, "fintanto - spiega - che non venga rilasciata l’eventuale permesso da parte del Sindaco teatino e degli altri due colleghi". La stessa richiesta è stata inviata alle autorità di polizia sanitaria preposte "affinché accertino le autorizzazioni valide e i requisiti idonei allo svolgimento delle attività a oggi legittime e non quelle prive di nuova autorizzazione". 

Febbo ci va giù duro e parla di "omertà, silenzi, mancata vigilanza e 'coccole' magari solo per auto incensarsi”.

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