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Il Wwf diffida l'assemblea dei sindaci: no all'approvazione del Piano d'ambito sull'acqua

Domani la discussione dell'Assi, secondo l'associazione il documento non rispetta l'esito del referendum di giugno e prevede un aumento delle tariffe senza le procedure previste per legge. Di Giuseppantonio: "La decisione spetta ai sindaci, non ho competenza"

Il Wwf Abruzzo promette battaglia contro i rincari dell’acqua nel teatino. L’associazione ha inviato una diffida al presidente della provincia, Enrico Di Giuseppantonio, e all’Assi (Assemblea dei sindaci del servizio idrico integrato), che si riuniranno domani (17 dicembre) a Santa Maria Imbaro per la revisione del Piano d’ambito. Si tratta di un programma che organizza il servizio idrico per i prossimi decenni e che, se approvato, aumenterebbe le tariffe: da 1,256 a 1,316 al metro cubo.

Secondo il Wwf nel Piano che sarà discusso domani ci sono gravi irregolarità. La prima è la violazione del referendum del 12 e 13 giugno scorsi: quasi 600 mila abruzzesi votarono contro l’inserimento nella tariffa della remunerazione del capitale (minimo il 7 per cento). Eppure il documento presentato ai sindaci non prevede l’abolizione di questa quota, ma anzi un aumento della tariffa. “Secondo il commissario straordinario Pierluigi Caputi”, afferma il Wwf, “il referendum sembrerebbe non essere mai avvenuto”.

Quanto all’aumento delle tariffe, l’associazione spiega che è illegittimo. La tariffa, infatti, va calibrata sulla base del coefficiente Mall, che valuta la qualità del servizio tramite valori dati ad una serie di indici come reclami, contenziosi, interruzioni, potabilità, acque reflue e investimenti. In caso di disservizi o nessun investimento, la tariffa viene diminuita fino ad un massimo del 10 per cento: per un sistema idrico di bassa qualità, quindi, si paga meno. Ma secondo il Wwf nella provincia di Chieti non ci sono state valutazioni ambientali: all’aumento delle tariffe, dunque, non corrisponderebbe un miglioramento della qualità.  

Per questi motivi il Wwf Abruzzo diffida l’Assi di Chieti e promette di ricorrere in tutte le sedi competenti per difendere il referendum e le norme a tutela dell’ambiente e degli utenti del servizio idrico.

Ma il presidente della provincia Di Giuseppantonio non ci sta e in una nota precisa che non spetta a lui occuparsi di questi temi: “Non ho alcun potere decisionale – scrive – né alcun potere sulle decisioni che verranno eventualmente prese: sono di esclusiva competenza dei sindaci”. La legge prevede infatti che il presidente convochi l’Assi, ma senza un ruolo attivo: non può prendere parte alla discussione, né esprimere un voto. “Se fossi un sindaco, come lo sono stato – scrive ancora – mi assumerei ogni responsabilità: oggi però il mio ruolo è diverso e non ci sto ad essere tirato in ballo in assenza di una corretta individuazione di ruoli e di competenze”. 

 

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