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Di Primio dice no al ddl Cirinnà, domenica sarà al Family Day

L'Altra Chieti, Arcigay e il collettivo antifascista Iskra: "Sindaco cieco alla richiesta di diritti"

Mentre, a Roma, il sindaco di Chieti tiene una conferenza stampa per motivare la sua partecipazione al Family day di domenica prossima, in città L’Altra Chieti, Arcigay e il collettivo antifascista Iskra Chieti accusano Umberto Di Primio di una “visione distorta di ogni qualsivoglia principio di uguaglianza e di inclusione sociale, questa volta addirittura per vie ufficiali”. 

Martedì Di Primio ha partecipato a Roma ad una conferenza stampa come promotore nazionale del comitato “Difendiamo i nostri figli”. Nella sala stampa della Camera dei deputati, insieme al senatore Maurizio Sacconi e all’onorevole Alessandro Pagano, il primo cittadino ha illustrato le posizioni a sostegno del Family day contro l’approvazione del disegno di legge Cirinnà per il riconoscimento delle unioni civili. 

“Come sindaci - ha detto - ogni giorno facciamo i conti con la realtà che ci impone di creare servizi per le famiglie e di badare che il sistema sociale tenga - ha dichiarato il Sindaco Di Primio nel corso del suo intervento-. C'è invece chi sostiene che la famiglia sia declinabile a seconda dei propri desiderata. Al Ddl Cirinnà rispondiamo che i diritti sono dei bambini e non dei genitori. Sui diritti civili sono pronto al riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto che non vuol dire equiparare tale unione ad un matrimonio. Ciò che chiediamo è che ci sia la possibilità di non calpestare i valori fondanti del nostro paese e della società in cui viviamo. La nostra è una posizione che non cerca il consenso ma si pone a difesa dei valori. Un figlio deve avere un padre e una madre”. 

Di Primio, poi, si è espresso anche sulla fecondazione eterologa, definendola “un disvalore”: “Una donna che affitta il proprio utero non è forse schiava dei desiderata di qualcuno? Si inizi con l' approvazione di questa legge a pensare al mercato delle schiave degli uteri in affitto, che è ‘roba’ da ricchi e al tempo stesso per poveri che vi ricorrerebbero perché non avrebbero altri espedienti. La nostra non è una battaglia ideologica ma una battaglia di buon senso”.

LA REPLICA - Nelle stesse ore, arrivava la replica del presidente de L’Altra Chieti Alessandro Fortuna: “Di ieri - dice - la sua lettera ai sindaci con la quale inneggia alla famiglia tradizionale composta da uomo e donna, dimenticando che forse alcuni dei suoi concittadini, se non anche suoi elettori, in questi giorni attendono finalmente il riconoscimento di diritti civili, quali, fra i più, l’assistenza ospedaliera reciproca. Senza contare, poi, che il Sindaco non sembra ricordare che il Ddl Cirinnà riguarda anche le coppie eterosessuali che intendono formalizzare il loro rapporto al di fuori dell’egida matrimoniale”.

Nella nota sottoscritta anche dal presidente di Arcigay Chieti Adelio Iezzi e dal collettivo Iskra, si esprime “sconforto” per “le parole della missiva in questione, sconforto ancor più forte dopo che sabato scorso in largo Martiri della libertà la cittadinanza ha dimostrato come il tema delle unioni civili sia, oltre che sentito, un provvedimento di civiltà. Con quelle parole, il sindaco si dimostra cieco anche davanti ai suoi concittadini, che richiedono sacrosanti diritti, come sta succedendo in tutta Italia. Quelle dichiarazioni, purtroppo, indicano già la via che verrà seguita dalla maggioranza di centrodestra teatina in consiglio comunale quando sarà tempo di votare la mozione, presentata dal capogruppo de L’Altra Chieti Enrico Raimondi, per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili”.

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