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Di Primio si dimette: "Sono un portatore sano di campanile, lascio Chieti solo per fare il presidente della Regione"

Il sindaco ha rassegnato le dimissioni, nel frattempo preannuncia venti giorni intensi di lavoro per la città. Ma la campagna elettorale sembra essere iniziata

"Però torno" dice scherzando Umberto Di Primio dal suo ufficio al Comune di Chieti. Circondato dalla sua maggioranza, questa mattina ha annunciato ufficialmente le ragioni delle sue dimissioni, protocollate ieri sera, per proporre la sua candidatura in Regione. Un atto obbligato in virtù di "una assurda legge regionale - ha spiegato – la 51/2004”. Le dimissioni diventeranno efficaci tra venti giorni.

Nel frattempo? “Non cambia nulla al Comune di Chieti -  ha esordito – perché continuerò a fare il sindaco con pieni poteri e continueremo ad amministrare la città. La scelta definitiva, infatti, si compirà nel momento in cui ci sarà l’indicazione del candidato di centrodestra”.

Di Primio ha ribadito che le sue dimissioni sono condizionate alla sola candidatura a presidente della Regione Abruzzo. Gli altri ‘papabili’del centrodestra al momento risultano essere Mauro Febbo, Paolo Gatti e Antonella Di Nino per Forza Italia. Accanto ci sarebbero anche l’onorevole Fabrizio Di Stefano e il segretario regionale della Lega Giuseppe Bellachioma. A decidere il nome sarà un sondaggio.

Ma Di Primio non nasconde di sentirsi il ‘candidato ideale’. “In questi anni – dice - ho maturato l’esperienza dei problemi della gente quotidianamente, l’esperienza di chi prima fa le cose e poi le illustra alla stampa, l’esperienza di chi ogni giorno, mettendoci tanta passione, fa i conti con la pochezza dei mezzi ma sa che da quel poco deve tirar fuori delle risposte per i cittadini. Non esistono interessi di parte, ciò che è importante è l’interesse generale. A Chieti sono stato eletto come sindaco di centrodestra, ma ho voluto essere il sindaco di tutti”. 

Intanto sembra essere partita la campagna elettorale: Di Primio snocciola con disinvoltura temi come il welfare regionale “inteso come tutto il benessere della comunità, inclusa la sanità attraverso un riequilibrio tra pubblico e privato”, sostegno alle aree interne e sviluppo turistico progettuale per esse e per la costa, le infrastrutture, anche quelle digitali, recupero delle attività produttive all’Aquila e nelle zone del Teramano colpite dal terremoto.

“Salgo su un campanile non per difendere la mia piazza ma per allargarla” ha specificato presentandosi come un “portatore sano di campanile”, un campanile che non è quello di San Giustino. Nel frattempo preannuncia venti giorni intensissimi per la città di Chieti. “Lavoreremo come se il ventesimo fosse l’ultimo mio giorno da sindaco – promette – correremo come pazzi per completare il lavoro intrapreso. Ma continueremo a pensare e a programmare avendo come obiettivo il 2020”.

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