Accorpamento e fusione province, D'Amico: non è una partita a dadi
Il capogruppo del Pd alla Provincia di Chieti ribadisce la necessità di fare meditato gioco di squadra politico e istituzionale sul futuro delle province abruzzesi e invita il segretario regionale del partito ad avviare una discussione interna che non mortifichi nessuno
“La vicenda del futuro accorpamento delle province abruzzesi sta animando una discussione fuorviante, senza senso ed estremamente logorante. Il processo è necessario per ridare vigore e credibilità ad un ente spesso avvertito ingiustamente come inutile, danneggiato da una ripetuta e scandalosa campagna mediatica che ha inciso molto sulla legittimità istituzionale presso la pubblica opinione ed ove gli eletti, direttamente dai cittadini, spesso sono avvertiti come amministratori di una serie inferiore. In Abruzzo probabilmente resteranno tre delle attuali quattro province. Esclusa L’Aquila, perché città capoluogo di regione, una delle altre tre dovrà abdicare dall’attuale ruolo istituzionale fondendosi o accorpandosi. Allo stato attuale ritengo assolutamente prematuro fare previsioni su come andrà a finire perché sarà opportuno adottare tempi e modi partecipati ove le province interessate, in tutte le loro componenti ed i gruppi politici che ne fanno parte, dovranno trovare un sintesi unitaria che faccia il paio con quello dei comuni e della regione Abruzzo.
Bene sarebbe, inoltre, auspicare il mantenimento del sistema di voto diretto dei cittadini e che, questo, lo decida la Politica prima ancora lo faccia la Corte Costituzionale
Non potranno sicuramente essere solo i pur rispettabili ed autorevoli componenti del Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.) a decidere da soli.
Ci sarà bisogno di tempi sì certi per decidere e trovare una soluzione ma non così immediati perché si potrebbe incorrere in un risultato simile a quella della famosa gatta che……fece i figli tutti ciechi!
Il ridisegno che sarà dovrà tener conto delle distanze dei comuni dal nuovo capoluogo soprattutto delle aree interne già densamente spopolate e troppo spesso dimenticate, dei servizi allocati nel territorio come scuola, trasporti, sanità, poste, etc.
Non intendiamo partecipare ad un dibattito inutile.
Torno a sollecitare il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, a mettere in pratica l’avvio di una discussione interna partecipata per trovare una sintesi comune ed una posizione equilibrata che non mortifichi nessuno”.